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Smalti vietati dall’Unione Europea: danni economici per estetiste e saloni

La presidente di Cna Estetica Grosseto: “Decisione giusta, ma tempi troppo stretti. Rischi anche per chi si affida agli abusivi”

Carolina  Brugi

04 Settembre 2025, 10:48

Catia Mazzarocchi

Catia Mazzarocchi

Prodotti da restituire o smaltire, danni economici ancora da quantificare e molta amarezza: è la situazione che vivono, in questi giorni, i titolari di saloni e centri estetici dove vengono erogati anche servizi di onicotecnica, a seguito della decisione Ue che, dal 1° settembre, impone di non usare una serie di prodotti ritenuti dannosi per la salute. Si tratta di quegli smalti che contengono TPO, ossido di trimetilbenzoil difenilfosfonina, dichiarato cancerogeno, mutageno del DNA e tossico per la riproduzione.

Eliminare un prodotto ritenuto dannoso per la salute è fondamentale per ogni professionista serio, che mette al centro il benessere dei propri clienti – spiega Catia Mazzarocchi, presidente di CNA Estetica Grosseto –, ma i tempi in cui le nuove regole sono state annunciate ufficialmente e l’entrata in vigore delle stesse non hanno facilitato gli artigiani e le piccole imprese. Abbiamo appreso di questo cambiamento nel mese di agosto, con le scorte in magazzino e la difficoltà di contattare le aziende fornitrici, molte delle quali chiuse. E adesso, stiamo cercando di gestire le rimanenze, che andranno smaltite o restituite al fornitore. Un problema, per lo svolgimento consueto del lavoro, ma anche un danno economico perché anche le aziende più grandi, sono pronte a ritirare la merce, ma riconoscono un bonus economico davvero basso per i nuovi acquisti: basti pensare che ci sono fornitori che si sono offerti di scontare del 40% una confezione di smalto, ogni quattro acquistate a prezzo pieno”.

Un danno difficile da quantificare, perché saloni e centri estetici, nella maggior parte dei casi, hanno effettuato gli ordini all’inizio della stagione estiva, quando ancora non si era a conoscenza del presunto pericolo.

“I clienti che si rivolgono a imprese in regola – continua Mazzarocchi – possono essere tranquilli sul fatto che gli smalti contenenti TPO non saranno loro applicati, ma cosa succede a chi si rivolge, invece, agli abusivi? Nessuno andrà a controllare le loro forniture e la qualità dei prodotti che utilizza chi si muove al di fuori delle regole e quindi, ancora una volta, questa situazione diventa un’occasione per mettere in guardia i cittadini: attenzione, perché spesso pensando di risparmiare, si può danneggiare la propria salute oltre che agire al di fuori del rispetto delle norme”.

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