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Nei cieli

Tutti i bagni dell'aereo sono fuori uso: passeggeri costretti a fare pipì nelle bottiglie. Anziana urina nel corridoio

Giovanni Ramiri

01 Settembre 2025, 10:00

Tutti i bagni dell'aereo sono fuori uso: passeggeri costretti a fare pipì nelle bottiglie. Anziana urina nel corridoio

Il problema ha interessato un aereo di Virgin Australia

Un volo di linea che sarebbe dovuto essere una tranquilla traversata di sei ore si è trasformato in un incubo per i passeggeri di Virgin Australia partiti da Bali e diretti a Brisbane. A bordo del Boeing 737 MAX 8, infatti, tutti e tre i servizi igienici si sono guastati, costringendo decine di viaggiatori a soluzioni di fortuna impensabili per un aereo commerciale. Alcuni hanno riferito di essersi dovuti arrangiare con bottiglie di plastica, altri hanno descritto scene di vero e proprio disagio, culminate nell’episodio di una passeggera anziana che, non riuscendo a trattenersi, si è bagnata direttamente nel corridoio sotto gli occhi increduli di chi sedeva vicino.

Secondo quanto ricostruito, l’aereo avrebbe lasciato Bali nonostante due toilette fossero già inutilizzabili a causa di un blocco tecnico. Nel corso del volo, anche l’unico bagno rimasto operativo si è guastato, scatenando la disperazione generale. Per sei ore, i passeggeri si sono trovati intrappolati in un ambiente chiuso e affollato, senza accesso a una delle necessità più basilari: un bagno funzionante.

Virgin Australia ha presentato le proprie scuse, ammettendo la gravità dell’accaduto. Ma il caso ha sollevato un dibattito molto più ampio: è accettabile che un aereo decolli sapendo che i suoi servizi igienici non sono in piena efficienza? Oppure la compagnia avrebbe dovuto rinviare la partenza, anche a costo di disagi logistici e perdite economiche?

La Transport Workers Union australiana ha preso una posizione netta, definendo quanto avvenuto “un pericolo grave” e denunciando una tendenza diffusa nel settore: ridurre le spese e comprimere i tempi a scapito della sicurezza e del benessere dei passeggeri. L’episodio, secondo il sindacato, non rappresenta soltanto una brutta figura per la compagnia, ma un segnale allarmante delle pressioni che spingono il trasporto aereo a mettere i profitti davanti alle persone.

Se è vero che i guasti tecnici possono accadere, la decisione di decollare con due bagni già compromessi appare oggi difficile da giustificare. In sei ore di volo, è inevitabile che centinaia di passeggeri abbiano bisogno di un bagno, e negare loro questa possibilità non è solo una questione di comfort, ma di salute e dignità. Per molti viaggiatori, in particolare per bambini, anziani e persone con problemi medici, la disponibilità di servizi igienici non è un optional, ma una necessità imprescindibile.

L’episodio lascia quindi una domanda aperta: la gestione delle emergenze tecniche sugli aerei dovrebbe essere più rigorosa? Un guasto simile su un volo breve può forse essere tollerato, ma su tratte più lunghe diventa un rischio concreto, non solo per il disagio ma anche per la sicurezza. Quel che è certo è che i passeggeri di quel volo non dimenticheranno facilmente l’esperienza, e che Virgin Australia dovrà affrontare non soltanto l’eco mediatica dell’incidente, ma anche la riflessione più profonda sulla responsabilità di un settore che, nel momento in cui solleva le ruote da terra, ha il dovere di garantire non solo di arrivare a destinazione, ma di farlo in condizioni dignitose.

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