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La destituzione di Mussolini 82 anni dopo a Una giornata particolare – Mussolini il capobanda stasera 25 luglio. Gino Paoli e Moni Ovadia con Aldo Cazzullo

Nel corso della serata, si alternano immagini d’archivio, letture potenti, ambientazioni simboliche

Giovanni Ramiri

25 Luglio 2025, 10:12

La destituzione di Mussolini 82 anni dopo a Una giornata particolare – Mussolini il capobanda stasera 25 luglio. Gino Paoli e Moni Ovadia con Aldo Cazzullo

Moni Ovadia

Stasera su LA7, la televisione propone una serata che si carica di senso e memoria: va in onda lo speciale "Una giornata particolare – Mussolini il capobanda", ideato e condotto da Aldo Cazzullo. Non è solo televisione: è un viaggio nel cuore della storia italiana, nel giorno esatto in cui, 81 anni fa, Benito Mussolini veniva destituito dal Gran Consiglio del Fascismo.

Il racconto parte da quella notte decisiva del 1943, quando, in poche ore, crollò un regime ventennale. Cazzullo ci accompagna tra le pieghe degli eventi, scavando non solo nei documenti, ma nella coscienza di un Paese. Il titolo stesso, "Mussolini il capobanda", rompe con ogni retorica celebrativa e restituisce un'immagine netta del dittatore: non il capo carismatico di una rivoluzione, ma il dominus violento di un sistema costruito sulla repressione, sulla propaganda, sulla paura.

Accanto a lui, voci autorevoli e capaci di dare spessore emotivo alla narrazione. Moni Ovadia, con la sua profondità culturale ebraica e antifascista, offre un controcanto vibrante al mito della patria piegata al Duce. Gino Paoli, invece, racconta da testimone e uomo di pensiero, mischiando memoria e riflessione.

Nel corso della serata, si alternano immagini d’archivio, letture potenti, ambientazioni simboliche. Cazzullo non si limita a elencare i fatti: li interpreta, li connette al nostro presente. Perché il 25 luglio non è solo una ricorrenza: è un bivio nella storia d’Italia, il giorno in cui il Paese si scrollò di dosso una maschera che sembrava incollata per sempre.

LA7 sceglie così di non dimenticare, e lo fa con uno stile che unisce il rigore del giornalismo alla forza evocativa del teatro civile. In un’epoca in cui la memoria rischia di scolorirsi o peggio di essere riscritta, questa serata rappresenta un gesto culturale necessario.

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