Sabato 06 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

L'approfondimento

Generazione insonnia: perché i giovani non dormono più (e cosa sta succedendo nel 2025)

Sempre più giovani nel 2025 soffrono d’insonnia: stress digitale, burnout e uso eccessivo degli schermi distruggono il sonno. Ecco cause, effetti e soluzioni reali

Giovanni Ramiri

09 Luglio 2025, 04:49

Generazione insonnia: perché i giovani non dormono più (e cosa sta succedendo nel 2025)

Acquisto di sonniferi in farmacia

Nel cuore della notte, le luci delle città non si spengono. Ma non è solo l’inquinamento luminoso a tenerci svegli. A restare accese, oggi più che mai, sono anche le menti di milioni di giovani adulti che faticano a dormire, vittime di una crisi del sonno che nel 2025 ha assunto proporzioni preoccupanti. Si chiama insonnia, ma è solo la punta dell’iceberg di un malessere diffuso, silenzioso e sempre più precoce.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, un italiano su tre sotto i 35 anni dorme meno di sei ore a notte. Il fenomeno ha una portata globale e tocca trasversalmente studenti universitari, lavoratori precari, creator digitali, giovani professionisti. Ma cosa sta davvero succedendo?

Le cause sono molteplici e spesso intrecciate. Da un lato, la tecnologia che ci accompagna fino all’ultimo minuto prima di chiudere gli occhi: smartphone, notifiche, scroll infiniti, algoritmi che ci spingono a restare svegli. Dall’altro, la pressione sociale e lavorativa, che non conosce pause. Lavoriamo tardi, studiamo fino a notte fonda, viviamo con la sensazione costante di essere in ritardo, di dover sempre fare qualcosa di più. Dormire, in questo contesto, è diventato un lusso. O peggio: un senso di colpa.

Il fenomeno ha persino un nome: revenge bedtime procrastination, ovvero la tendenza a sacrificare ore di sonno per ritagliarsi un momento di libertà, scrollando video su TikTok o perdendosi nelle serie TV. Una forma di “ribellione passiva” contro giornate percepite come piene di doveri e prive di piacere.

Ma le conseguenze non sono affatto leggere. Gli esperti parlano di un’epidemia di stanchezza cronica, ansia mattutina, difficoltà cognitive, sbalzi emotivi. Il sonno non è un dettaglio: è il pilastro invisibile della salute mentale. Quando si rompe, tutto vacilla.

Alcuni giovani cercano rifugio in integratori, app per il sonno, meditazioni guidate. Altri si rivolgono a specialisti del sonno o ricorrono, sempre più spesso, a sonniferi. Ma la verità è che dormire bene è diventato un atto rivoluzionario. Una scelta radicale, quasi politica, in un’epoca che premia chi è sempre connesso, sempre produttivo, sempre disponibile.

Nel frattempo, startup, università e centri di ricerca lavorano per offrire soluzioni nuove: dalla progettazione di luci circadiane per le case del futuro alla sperimentazione di intelligenze artificiali in grado di riconoscere i segnali precoci della deprivazione del sonno. Ma forse il primo passo è culturale: smettere di glorificare l’insonnia come simbolo di dedizione o creatività e tornare a vedere nel sonno ciò che è sempre stato — una necessità biologica, un atto d’amore verso se stessi.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie