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Il lutto

Alvaro Vitali, le tre promesse chieste all'amico regista Claudio Di Napoli prima di morire. Il sogno per una via con il suo nome a Roma

Queste richieste, semplici ma profondamente simboliche, riflettono il bisogno di essere ricordato non solo come attore comico, ma come uomo

Giovanni Ramiri

27 Giugno 2025, 08:59

Alvaro Vitali

Alvaro Vitali è morto a 75 anni per una broncopolmonite

Alvaro Vitali, poco prima di morire, ha affidato al suo amico e regista Claudio Di Napoli tre promesse che raccontano molto del suo legame con Roma, con il cinema e con il desiderio di lasciare un segno indelebile nella memoria collettiva.

Come riporta Fan Page, in un’intervista rilasciata dopo la scomparsa dell'attore, Di Napoli ha raccontato che, la sera prima della morte, Vitali gli ha chiesto di impegnarsi su tre punti precisi: la prima promessa era quella di far mettere una targa con il suo nome fuori dal palazzo in cui viveva, a Trastevere, come segno di riconoscimento nel quartiere che tanto amava; la seconda era di convincere il Comune di Roma a intitolargli una via, un omaggio che avrebbe sancito il suo legame eterno con la città; la terza, infine, riguardava il cinema, il grande amore della sua vita: Vitali non aveva mai calcato un red carpet e desiderava che gli venisse assegnato un premio alla carriera, anche postumo, a riconoscimento di una vita dedicata allo spettacolo e alla risata.

Queste richieste, semplici ma profondamente simboliche, riflettono il bisogno di essere ricordato non solo come attore comico, ma come uomo che ha dato tanto al pubblico e che, nonostante le difficoltà e le delusioni, ha sempre cercato di lasciare un’impronta positiva. Di Napoli, con tono affettuoso e commosso, ha confessato di aver scherzato con Vitali sul fatto che ci sarebbero voluti almeno altri quindici anni prima di occuparsi di queste promesse, senza immaginare che la fine sarebbe arrivata così presto.

Le parole di Vitali, affidate all’amico, sono oggi il testamento di un artista che ha segnato la storia del cinema popolare italiano e che, con queste ultime volontà, chiede di non essere dimenticato, ma celebrato per quello che è stato: un simbolo di umanità e di comicità senza tempo.

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