Maremma
Scattano anche nella provincia di Grosseto gli arresti domiciliari disposti dalla Procura di Livorno nell’ambito di una vasta inchiesta sull’immigrazione clandestina e le frodi documentali. I Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno, insieme al Nucleo Ispettorato del Lavoro e all’Arma territoriale, hanno eseguito cinque misure cautelari nei confronti di soggetti originari del napoletano, accusati – a vario titolo – di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, sostituzione di persona e falsificazione di documenti.
L’indagine, avviata nel giugno 2024 dopo una segnalazione della Prefettura di Livorno, ha portato alla luce un sistema articolato e collaudato: gli indagati avrebbero creato un vero e proprio “CAF abusivo” per la produzione seriale di istanze false di assunzione di lavoratori stagionali extracomunitari, sfruttando il meccanismo del “Decreto Flussi”. La documentazione presentata riportava firme e dati di ignari imprenditori, anche di 24 aziende del territorio livornese, totalmente estranei ai fatti.
Durante una perquisizione, effettuata lo scorso novembre in concomitanza con un “click day”, i militari hanno sequestrato computer, telefoni, timbri contraffatti di Comuni e professionisti, centinaia di documenti falsi e migliaia di file contenenti dati artefatti. Materiale che sarebbe stato utilizzato per inoltrare decine di migliaia di richieste illegittime agli Uffici territoriali del Governo in tutta Italia.
Una rete ben strutturata, capace di sfruttare le falle del sistema per alimentare un traffico illecito su scala nazionale.
Gli indagati restano presunti innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.
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