Calcio
Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis ha costruito un impero calcistico a Napoli puntando su una formula tanto semplice quanto rara nel calcio moderno: sostenibilità economica e risultati sportivi. In oltre vent’anni di gestione, il presidente azzurro ha dimostrato che si può vendere bene, ricostruire con intelligenza e vincere. L’ultima cessione, quella di Victor Osimhen al Galatasaray per 75 milioni di euro, non è che l’ennesima conferma di una strategia lucida e redditizia.
Victor Osimhen
Nel solo 2025, De Laurentiis ha incassato 145 milioni di euro grazie alle cessioni del nigeriano e di Khvicha Kvaratskhelia, passato a gennaio per 70 milioni. A questi si aggiungono i 24 milioni ottenuti da Elif Elmas, ceduto al Lipsia nei primi mesi dell’anno. Ma non è certo una novità: nel 2023 aveva già salutato Min-jae Kim per 50 milioni al Bayern Monaco, mentre nel 2022 era stato il turno di Kalidou Koulibaly, finito al Chelsea per 41,9 milioni. Negli anni precedenti aveva venduto Allan all’Everton per 24,6 milioni, Jorginho al Chelsea per 57, Gonzalo Higuain alla Juventus per ben 90 milioni, Edinson Cavani al PSG per 64,5 e infine Ezequiel Lavezzi, sempre ai parigini, per 30 milioni.
Higuain con la maglia della Juve
In totale, queste dieci operazioni hanno fruttato al Napoli 526 milioni di euro, rendendo De Laurentiis uno dei migliori presidenti italiani nella gestione delle cessioni. Non si è trattato solo di fare cassa: ogni volta, la squadra ha saputo rigenerarsi, restando competitiva e, in più di un’occasione, trionfante. Le cifre sono riportate da Calcio Totale.
Nonostante l’addio costante dei pezzi pregiati, il Napoli ha vinto due campionati di Serie A, tre Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e, ancor prima, un campionato di Lega Pro. Tutto questo senza mai sforare i bilanci, senza mai cedere al fascino del debito facile, ma costruendo passo dopo passo un club solido, rispettato e vincente.
Il Napoli fa festa per il quarto scudetto
Il primo Scudetto dell’era De Laurentiis è arrivato nel 2023, interrompendo un digiuno che durava da 33 anni. E oggi, con Antonio Conte in panchina, il Napoli si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione tra le favorite per la vittoria del campionato.
Ha saputo vincere anche le critiche più ostinate dei tifosi: non è stato facile digerire certe cessioni o alcune scelte tecniche, ma ogni volta la squadra ha risposto sul campo, costruendo squadre forti, sempre all’altezza delle sfide, sempre pronte a stupire. Se il Napoli di Maradona è rimasto nel cuore dei napoletani, e lo sarà sempre, per la gesta del più grande calciatore di tutti i tempi che trovò nel Napoli la squadra che più di ogni altra seppe esaltarlo, gli azzurri odierni hanno nel presidente il loro simbolo. L'unico insostituibile. Nel calcio di oggi, dove spesso si spende più di quanto si incassa e si spera in ricapitalizzazioni o interventi esterni, il Napoli è un esempio raro. Una società che, partita dal fallimento e dalla Serie C, è diventata una delle realtà più forti e stabili d’Italia. Se qualcuno invoca una statua per Aurelio De Laurentiis, forse non ha tutti i torti.
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