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IL CASO

Abbattimento dei 215 alberi in città, anche Rusci è contrario: "Molti devono essere salvati"

L'intervento del presidente del Parco della Maremma e docente di Pianificazione urbanistica

Roberto Bata

03 Novembre 2025, 15:21

Abbattimento dei 215 alberi in città, anche Rusci è contrario: "Molti devono essere salvati"

Taglio degli alberi in via de Barberi a Grosseto

Premette ammettendo di schierarsi "dichiaratamente con chi sostiene che una larga parte delle 250 alberature prossime all’abbattimento debbano e possano salvarsi". Simone Rusci interviene nel dibattito con due osservazioni. Qualificate dal fatto che provengono dal presidente del Parco regionale della Maremma, membro del comitato scientifico di Federparchi-Europarc e professore associato di Tecnica e pianificazione urbanistica all’Università di Pisa.
“Gli alberi urbani – dice Simone Rusci - costituiscono un patrimonio comune di lunga durata che non può essere sacrificato per l’immediato risparmio manutentivo. La gestione del verde urbano è una politica pubblica complessa ancora troppo popolata di slogan, approssimazioni e superficialità. Il recente dibattito cittadino testimonia come il tema sia molto sentito e partecipato, e questo è un dato non scontato in tempi in cui si parla molto poco di città. Schierandomi dichiaratamente con chi sostiene che una larga parte delle 250 alberature prossime all’abbattimento debbano e possano salvarsi, cerco di contribuire a questo dibattito con due sole osservazioni”.
Simone Rusci
“La prima osservazione: quando si parla di alberature si fa molto spesso un conteggio numerico assumendo che uno vale uno, ovvero che gli alberi siano tutti uguali. Allora, come nel caso di oggi, di fronte al taglio di 250 esemplari si risponde che ne verranno piantati altrettanti o addirittura molti di più. Ma gli alberi non sono tutti uguali, anzi, presentano ampie diversità di specie e di collocazione. I grandi alberi urbani come i tigli (quelli già tagliati in via dei Barberi per intenderci), i platani (quelli che saranno tagliati in prossimità di piazza Ponchielli) o gli olmi di via Vetulonia, sono esemplari che possono vivere oltre i 200 anni, raggiungendo altezze di oltre 20 metri e diametri della chioma di oltre 10 metri. Perdono le foglie in inverno, consentendo l’irraggiamento solare sugli edifici, e offrono una fitta ombra in estate, diminuendo sensibilmente la temperatura delle superfici asfaltate. Nulla a che vedere con i piccoli alberi che vengono spesso impiegati per sostituirli, come la robinia (quella di via Oberdan), i pruni (quelli di via della Pace) e la mimosa giapponese (quella della ciclabile per Marina). Alberi esotici, infestanti (nel caso della robinia e dell’ailanto) che raggiungono al massimo 10 metri di altezza e 60 anni di vita. I primi costituiscono un patrimonio cittadino di lunga durata che può assumere anche caratteri di monumentalità, i secondi sono poco più che guarnizioni, come il prezzemolo sulla pasta alle vongole. Tralascio, per ora, la questione ecologica, pure rilevante, dicendo solo che sui grandi alberi, come i pini di villa Pizzetti, trovano rifugio specie importanti, come il gufo comune, che mai frequenterebbero i bassi alberelli di robinia”.
Il parco al Villaggio Europa
“Il secondo punto – prosegue Rusci - è il ruolo che i grandi alberi hanno nel contribuire all’estetica e al decoro urbano. La loro altezza e dimensione maschera i brutti e anonimi edifici che caratterizzano purtroppo molte parti della nostra città, cosa che non possono fare le essenze di più ridotta dimensione. Garantiscono la vivibilità e la riconoscibilità dello spazio urbano, arrivando a influenzare i valori immobiliari e l’apprezzabilità di alcune zone rispetto ad altre. I grandi filari, pensiamo a via Emilia (platani), a via Vetulonia (olmi) o a viale Ombrone (tigli), sono elementi strutturali della percezione di questi luoghi e non possono essere certo compensati con la piantumazione di altri alberi nei parchi urbani. Non valgono qui i bilanci numerici che servono solo a giustificare scelte poco giustificabili”.
Gli alberi nella zona di via Saffi
“La gestione del verde – prosegue Rusci – è cosa complessa, materia per specialisti, materia per politiche pubbliche e non certo materia tecnica da delegare ai funzionari della manutenzione. Difficile concordare con chi, per risparmiare qualche risorsa nei capitoli di spesa, cancella un patrimonio pubblico di lunga durata. È come se, per risparmiare nelle imbiancature, si demolisse casa. Del resto, proprio un’errata gestione e manutenzione degli alberi, la cosiddetta capitozzatura, ha creato negli ultimi 25 anni molti di quei problemi di stabilità che oggi sono dichiarati a giustificazione dei tagli. Errori che si ripetono trasversalmente ai colori politici. Stiamo andando in una direzione opposta a quella intrapresa nel resto d’Europa, dove gli alberi urbani sono consolidati, manutenuti e tutelati alla stregua di monumenti”.
“Spero, da abitante di questa città – conclude Rusci -, che certe scelte siano rivalutate e che, una volta tanto, si faccia un esercizio di prudenza, di dialogo e di ascolto di chi la pensa diversamente, mettendo da parte gli esercizi muscolari, che vanno bene in palestra ma danno poco frutto nella gestione del bene comune”.
Taglio degli alberi in via de Barberi
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