GROSSETO
Il consigliere Carlo De Martis (Grosseto città aperta)
È stata respinta dal Consiglio comunale di Grosseto la mozione contraria all'abbattimento di 215 alberi, presentata da Grosseto città aperta, che chiedeva ulteriori verifiche allo stato delle piante e la garanzia della loro sostituzione.
"È stato il sindaco in persona – ricorda Carlo De Martis di Grosseto città aperta – a decretare la bocciatura della proposta con la quale si chiedeva una verifica sulle condizioni dei 215 alberi che la Giunta ha deciso di abbattere e, in ogni caso, un impegno di spesa per la messa a dimora di nuovi alberi in corrispondenza di ciascun espianto che risultasse necessario".
"Il piano di abbattimento – dichiarano – è stato deliberato dalla Giunta sulla base di meri esami visuali delle alberature, ricorrendo al cosiddetto Visual Tree Assessment (Vta). Una metodologia che individua il rischio di cedimento attraverso valutazioni, benché professionali, di tipo soggettivo. Gli stessi tecnici incaricati dal Comune avevano evidenziato che, specie nelle alberature con difetti importanti, 'per formulare un giudizio più compiuto è opportuno sottoporre l’albero ad un approfondimento di indagine di tipo strumentale'. Ebbene, su 1082 alberi esaminati solo 16 sono stati sottoposti a esami strumentali (tomografie). Neppure l’1,5%. E dire che proprio quegli esami strumentali hanno consentito di appurare, in più di un caso, che l’alberatura non presentava difetti da giustificarne l’abbattimento. D’altronde, abbiamo più di un precedente di abbattimenti deliberati da questa amministrazione con una certa superficialità, come successivamente accertato. Pensiamo agli olmi di piazza Galezzi, di fronte al Sacro Cuore, o agli alberi abbattuti sulla green way di via de Barberi, alcuni dei quali, come correttamente ammesso dall’assessore Ginanneschi, non avevano in realtà problemi di tenuta".
"Perché, allora, il no ad un approfondimento di tipo strumentale? La maggioranza – riportano da Grosseto città aperta – si è sbizzarrita nel giustificarsi: dal capogruppo della Lega che ha liquidato la questione come una strumentalizzazione dell’opposizione, noncurante dei tantissimi cittadini e delle associazioni che si sono mosse manifestando dubbi e chiedendo chiarimenti, fino all’intervento del sindaco. Il primo cittadino ha offerto argomenti di altissima valenza tecnica e grande respiro internazionale, concludendo che l’esame visivo è sufficiente perché, ha tenuto a precisare, 'vi assicuro che è usato anche negli Stati Uniti, perché l’ho chiesto a mio fratello che è americano'. La verità è una, ammessa dallo stesso assessore in commissione: gli esami strumentali costano, la Vta è più rapida e fa risparmiare. Non si tratta dunque di scelte tecniche, ma di scelte politiche: quando si decide come spendere i soldi pubblici, la decisione è sempre politica. Non impegnare risorse per esami strumentali, così come deliberare l’abbattimento di 215 alberature senza prevedere un impegno di spesa per sostituirle, sono scelte politiche.
"Le risorse, invece, non mancano ad esempio per sostenere il mastodontico staff del sindaco, che nel 2024 è costato ai grossetani oltre 640.000 euro, come riscontrato da un’analisi svolta dal Pd. Un’amministrazione che non lesina quanto a comunicazione, ma solo a suo uso e consumo, perché la trasparenza verso i cittadini non esiste: è solo grazie alla stampa, alle associazioni ambientaliste ed ai gruppi di opposizione che i grossetani sono venuti a sapere di questo piano di abbattimenti, dai tempi di esecuzione strettissimi. Il silenzio dell’amministrazione comunale ha violato il regolamento del verde urbano, in cui si dispone che eventuali abbattimenti di alberi 'vengono comunicati agli organi collegiali comunali e alla cittadinanza tramite i vari canali di diffusione'. Un obbligo semplice ma completamente disatteso. A maggior ragione, la trasparenza deve essere massima quando si programma un piano di abbattimento di centinaia di esemplari che priverà di alberature intere aree della città, cancellando dalla città spazi di bellezza e socialità. Solo per menzionarne alcune: piazza Donatello, l’area circostante lo stadio di calcio, piazza Ponchielli ed ancora un parco giochi e i giardini di oltre quindici tra scuole e asili. Sicurezza pubblica e tutela del verde – conclude De Martis – non sono obiettivi necessariamente in conflitto. Per quanto complesso, lo stesso regolamento del verde impone all’amministrazione di bilanciare i due interessi, ricorrendo all’abbattimento solo quando non esistono soluzioni alternative. Purché le soluzioni alternative le si vogliano realmente cercare, cosa che evidentemente non è negli intendimenti del sindaco e della sua maggioranza".
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