In tv
Andrea Pennacchi è Primo
Su Rai 1 alle 21:30 di questa sera, venerdì 29 agosto, viene trasmesso Le mie ragazze di carta, un film del 2023 firmato da Luca Lucini, che intreccia la nostalgia degli anni ’70 con le emozioni appena sbocciate dell’adolescenza.
Ambientato nel cuore del Veneto rurale, in provincia di Treviso, il racconto si apre con la famiglia Bottacin che, lasciata la vita contadina, si trasferisce in città. Quel trasferimento non è soltanto un cambio di casa, ma un vero smottamento di certezze, abitudini e identità: la vita ha un altro ritmo, la scuola impone nuove regole, e l’arte di adattarsi si trasforma in esercizio di resistenza emotiva. Al centro di tutto c’è Tiberio, interpretato con straordinaria naturalezza da Alvise Marascalchi: la sua è una crescita che segue linee impercettibili, tra la timidezza, le prime curiosità, il rubicondo stupore di scoprire corpi, desideri e sogni. La famiglia che lo circonda è complessa e commovente: Primo, interpretato da Andrea Pennacchi, è padre solido ma radicato nel passato; Anna, incarnata da Maya Sansa, è madre silenziosa ma attenta, sul punto di farsi specchio emotivo per chi la circonda.
Ed è in questo crogiuolo che nascono incontri decisivi. Claudio (Cristiano Caccamo) incarna la modernità a cui Tiberio vorrebbe appartenere; Milly d’Italia (Raffaella Di Caprio), voluta sui manifesti dei cinema di paese che diventano — per inevitabile compromesso — sale per film a luci rosse, diventa incarnazione involontaria dell’anelito erotico di chi ancora non sa. Marika (Marta Guerrini) è palpito adolescenziale, Bastiano (Giuseppe Zeno) è presenza adulta in trasformazione, Don Marcello (Neri Marcorè) è compagno di rugby e voce della comunità in cammino, Alcide, Giacomo e altri completano un affresco di voci che, come fiotti sotterranei, danno corpo a un’epoca che scivola via.
Il film si nutre di atmosfere sospese: un campo di rugby che sembra luogo di passaggi, una sala cinema che cambia pelle per sopravvivere, uno sguardo verso il futuro che si perde dietro pubblicità di corpi in vendita. Ed è qui che Tiberio riconosce il suo riflesso, tra desiderio e timore, tra innocenza e il persistere di nuove domande sul corpo, sull’amore, sull’identità.
Le mie ragazze di carta non si accontenta di raccontare un passato nostalgico. Al contrario, usa la nostalgia come lente per osservare il presente: quel tempo che abbiamo lasciato indietro continua a vibrare nelle domande che ci portiamo dentro. E lo fa senza retorica, affidandosi a emozioni autentiche che si interiorizzano senza annunci. È un film che si lascia guardare con attenzione e che reagisce alle domande anche dopo che lo schermo si fa nero.
Questa sera Rai 1 non regala solo una visione, ma offre l’occasione di tornare su un terreno comune, dove la crescita non è mai solo un fatto individuale, ma sempre un segno lasciato negli altri e in un mondo che cambia. Fammi sapere se vuoi che scriva un finale poetico sul cinema come archivio dei desideri e delle trasformazioni, sempre con lo stesso registro narrativo.
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