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No Way Up – Senza via di uscita, stasera 28 agosto un dramma claustrofobico sospeso tra acqua, paura e disperazione. Trama e cast

Giovanni Ramiri

28 Agosto 2025, 09:16

No Way Up – Senza via di uscita,  stasera 28 agosto un  dramma claustrofobico sospeso tra acqua, paura e disperazione. Trama e cast

No Way Up

Su Italia 1 alle 21:19 di questa sera, giovedì 28 agosto, arriva un thriller mozzafiato: No Way Up – Senza via di uscita, noto in originale come No Way Up. Un film del 2024 che trascina il pubblico in un dramma claustrofobico sospeso tra acqua, paura e desiderio disperato di sopravvivenza.

La storia si apre con un volo apparentemente ordinario che, a causa di uno schianto provocato dallo scontro con un banco di uccelli, precipita nel vasto Oceano Pacifico. Tra i detriti affioranti, i pochi sopravvissuti si ritrovano intrappolati in una sacca d’aria nella parte posteriore della fusoliera sommersa, bloccata su un fondale marino che diventa prigione mortale. Qui la lotta per la salvezza diventa una questione di ossigeno contraffatto, pressione crescente e lotti in cui ogni respiro può essere l’ultimo: l’unica via di fuga è affrontare l’abisso che li separa dalla superficie, un baratro in cui nuotano squali affamati.

In questo universo sospeso, Ava, giovane figlia di un influente governatore, ignara della propria fragilità emotiva, diventa il centro dei timori e delle speranze altrui; Brandon, la guardia del corpo, ex militare segnato da cicatrici interiori, raccoglie il peso della responsabilità di tenere unita la fragile comunità. Accanto a loro Jed, il fidanzato di Ava, e Kyle, amico in fuga dal dolore, affrontano questa catastrofe come testamento delle loro fobie e dei loro legami. C’è anche Rosa, bambina sola e spaventata, con accanto Mardy, la nonna che con un retaggio da infermiera dell’esercito incarna il sapere della sopravvivenza. Non manca Danilo, l’assistente di volo gentile e discreto, che con piccoli gesti lascia intendere un coraggio segreto, e Hank, compagno anziano, figura che della fragilità ha fatto scudo e testimonianza.

Il regista Claudio Fäh costruisce ogni inquadratura come un sospiro trattenuto, ogni rumore come il battito di un cuore condannato a fermarsi. L’acqua è un personaggio invisibile che spinge i corpi contro vetri, legni e metalli, trasformando lo spazio limitato della fusoliera in un teatro silenzioso di tensioni fragranti. La sceneggiatura regge sul contrasto tra la serenità apparente dell'aria intrappolata e l’orrore dilagante dell’oceano, in un crescendo di panico che trasforma ogni piccolo gesto in epifania di sopravvivenza.

Sul grande schermo televisivo, la messa in scena acquista ulteriore consapevolezza perché spinge lo spettatore a interrogarsi: cosa comporta restare immobili nella speranza di soccorsi? Quando l’unica alternativa è nuotare verso l’ignoto, tra squali e oscurità, dove si colloca il confine tra ragione e incoscienza? Ed è proprio in questa terra di mezzo che il film trova il suo respiro più autentico, tra sacrificio, tensioni non dette, responsabilità e ribellioni silenziose.

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