In tv
Odile Vuillemin è Isabelle
Il segreto di Isabelle debutta questa sera, martedì 26 agosto, in prima serata su Rai 1 alle 21:30. La nuova miniserie francese approda in Italia come uno degli eventi televisivi più attesi della stagione, con due appuntamenti ravvicinati che promettono di catturare lo spettatore in una storia fatta di ombre, sospetti e rivelazioni inattese.
La trama si apre con un’immagine destinata a rimanere impressa: un’auto in fiamme e un corpo carbonizzato al suo interno. L’uomo trovato senza vita è Pascal Dubreuil, marito di Isabelle, la donna attorno alla quale ruota l’intera vicenda. Apparentemente fragile, segnata da un dolore che sembra autentico eppure sempre circondato da un’aura di ambiguità, Isabelle diventa presto il centro di un’indagine che non si limita a stabilire responsabilità penali, ma che scava nelle pieghe più intime dell’animo umano. Al suo fianco, o forse di fronte, c’è Mathilde Delboscq, capitano della gendarmeria, incaricata di condurre le indagini. Il rapporto tra le due donne non è un semplice confronto tra investigatrice e sospettata, ma un duello psicologico, uno specchio in cui ciascuna riflette le ombre dell’altra.
Il cast porta sullo schermo interpretazioni intense. Odile Vuillemin dà volto a Isabelle con una recitazione sottile e sfaccettata, capace di renderla ora vittima indifesa, ora manipolatrice calcolatrice. Accanto a lei, Joyce Bibring impersona l’investigatrice Mathilde con la stessa determinazione di chi non accetta la superficie delle cose e scava, scavando però anche dentro di sé. La tensione narrativa nasce proprio da questo continuo ribaltamento di prospettive: chi osserva chi, chi insegue chi, chi si sta davvero rivelando e chi invece sta costruendo una maschera?
Il tono della serie è cupo, intriso di suspense, con atmosfere che si muovono tra il thriller e il noir psicologico. La vicenda si ispira a un fatto realmente accaduto in Francia, quello della cosiddetta “vedova nera dell’Isère”, ma la trasposizione televisiva accentua l’ambiguità, evitando di fornire risposte definitive e trasformando la storia in una riflessione più ampia sul concetto di verità. La regia e la sceneggiatura lavorano per mantenere costante la tensione, facendo emergere ricordi, legami e segreti familiari che rimettono continuamente in discussione ciò che lo spettatore credeva di avere compreso.
Guardando Il segreto di Isabelle, ci si accorge che il vero cuore del racconto non è tanto scoprire se la protagonista sia colpevole o innocente, quanto osservare il modo in cui le emozioni, le relazioni e i traumi passati possono deformare il confine tra vittima e carnefice. È un thriller che non consola, che non promette un epilogo limpido, ma che costringe chi guarda a confrontarsi con il dubbio. E forse è proprio questo il suo fascino: non tanto il mistero del delitto, quanto quello dell’animo umano.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy