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Rocco Schiavone stasera 30 luglio: gran finale della terza stagione con una puntata super. Tutte le anticipazioni

Giovanni Ramiri

30 Luglio 2025, 11:35

Rocco Schiavone stasera 30 luglio: gran finale della terza stagione con una puntata super. Tutte le anticipazioni

La serie tv Rocco Schiavone con Marco Giallini

Stasera, mercoledì 30 luglio 2025, alle 21:20 su Rai 2, va in onda l’ultima puntata della terza stagione di Rocco Schiavone, intitolata Fate il vostro gioco, che chiude questa replica con il quarto episodio tratto dagli omonimi romanzi di Antonio Manzini.

In questo capitolo finale il vicequestore Schiavone – interpretato magistralmente da Marco Giallini – abbandona il suo isolamento emotivo e indossa i panni dell’investigatore sotto copertura. Si infiltra nel casinò di Saint‑Vincent per cercare indizi sull’omicidio del pensionato e ispettore di gioco Romano Favre, trovato assassinato con una fiche in pugno. Contemporaneamente si trova ad affrontare il suicidio dell’infermiere Alessio Duranti, distrutto dai debiti di gioco. L’intreccio fra la tragedia personale di Duranti e la morte oscura di Favre costringe Schiavone a muoversi tra le luci fredde delle sale da gioco e l’oscurità delle relazioni contaminate dal vizio del gambling.

Il caso svela presto una rete di usura, riciclaggio e complicità che coinvolge figure apparentemente innocue, mentre Schiavone, grazie a stratagemmi ben congegnati, mette sotto sorveglianza e infine fa arrestare Giovanni Mieli e altri membri della banda, anche per concorso nell’omicidio di Favre; anche l’esecutore materiale Michelini finisce in manette. Parallelamente, una telefonata inaspettata lo costringe a scegliere se restare in Italia e affrontare le proprie responsabilità o sparire altrove, segnando un bivio esistenziale che riverbera sul suo futuro personale e professionale.

La puntata intreccia la tensione procedurale di una crime story classica con l’anima malinconica del personaggio: un uomo segnato dalla perdita della moglie Marina, tradito dall’amore, lontano dagli amici romani e sempre più solo nella nuova vita ad Aosta. È in questo contesto che Schiavone trova la forza per tendere una mano al giovane Gabriele e alla madre Cecilia, offrendo loro un rifugio, mentre la sua figura oscilla fra la durezza del cinico e la fragilità dell’uomo che porta il peso del passato.

Lo stile asciutto e visceralmente realistico della regia di Simone Spada e della sceneggiatura firmata da Antonio Manzini e Maurizio Careddu restituisce un racconto intricato ma coerente, dove l’ambiente del gioco d’azzardo diventa specchio di solitudini, debolezze e meccanismi di potere. Il finale, sospeso e aperto, anticipa un addio volontario di Schiavone all’Italia, senza spiegare ancora cosa accadrà dopo: una scelta di fuga che tiene in sospeso non solo le sue decisioni ma anche lo sguardo dello spettatore verso il futuro del personaggio.

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