Il compleanno
Il grande Renato Pozzetto
Il 14 luglio 2025 Renato Pozzetto compie 85 anni. Una vita lunga e densa di ironia, poesia e malinconia: ingredienti che lo hanno reso una delle figure più originali, amate e durature dello spettacolo italiano. Attore, comico, regista, cantante, ma soprattutto uomo dallo sguardo stralunato e disarmato sul mondo, Pozzetto ha attraversato decenni di cinema e televisione mantenendo intatta la sua cifra stilistica: surreale, candida, a volte spiazzante, sempre profondamente umana.
Nato a Milano ma cresciuto a Gemonio, in provincia di Varese, Pozzetto si è affermato a partire dagli anni ’60 insieme all’amico Cochi Ponzoni. Il duo “Cochi e Renato” rivoluzionò la comicità italiana con testi e canzoni nonsense, costruiti su un ritmo imprevedibile e una logica capovolta. Non erano solo battute, erano piccoli attentati alla serietà del mondo. Con brani come E la vita, la vita e sketch televisivi indimenticabili, imposero uno stile nuovo, che parlava tanto alla testa quanto al cuore.
Negli anni ’70 Pozzetto approdò al cinema e divenne uno dei volti più riconoscibili della commedia all’italiana. Ma non era un comico “classico”: i suoi personaggi, spesso ingenui e spaesati, sembravano venire da un’altra epoca o da un’altra dimensione, quella dell’assurdo quotidiano. Con la sua voce pacata e le espressioni disorientate, raccontava l’Italia che cambiava troppo in fretta. Film come Il ragazzo di campagna, in cui il contadino Artemio arriva a Milano e si perde nella follia urbana, o Da grande, dove un bambino si ritrova magicamente nel corpo di un adulto, diventano cult. In La patata bollente, affronta con leggerezza e coraggio il tema dell’omosessualità in un'Italia ancora piena di tabù. In ogni film, Pozzetto portava con sé il suo sguardo candido ma mai banale, e una comicità che faceva ridere, ma anche riflettere. E non disdegnava storie bellissime con attrici come Edwige Fenech, Gloria Guida o Eleonora Giorgi. Senza dimenticare il rapporto con i colleghi, su tutti Paolo Villaggio. Da ricordare il necrologio che fece pubblicare sul Corriere della Sera per la morte del grande attore e amico: "Ciao Paolo, ci vediamo di là. Salutami gli altri".
Nonostante l’enorme successo, Renato Pozzetto ha sempre mantenuto una forte riservatezza sulla sua vita privata. Nel 2009 ha affrontato la perdita della moglie Brunella, compagna di una vita, conosciuta ai tempi della giovinezza e madre dei suoi due figli. Un dolore profondo, che ha scelto di non esibire pubblicamente ma che ha lasciato tracce visibili nella sua sensibilità artistica. In anni più recenti, ha accettato ruoli che gli hanno permesso di esplorare toni più intimi e malinconici, come nel film Lei mi parla ancora di Pupi Avati, in cui interpreta un uomo anziano che continua a dialogare con la moglie scomparsa. Una storia di amore eterno, sottile e struggente, in cui Pozzetto ha saputo raccontare, senza maschere, quella parte silenziosa e vulnerabile che il pubblico ha sempre intuito dietro i suoi sorrisi.
Negli ultimi anni ha rallentato i ritmi, ma non si è mai davvero fermato. Ogni tanto torna in televisione o sul grande schermo, con la sua voce inconfondibile e quella presenza tranquilla che non ha mai smesso di comunicare qualcosa di vero. Per chi è cresciuto con le sue gag, i suoi “ma cosa fa, ma cosa dice?”, e i suoi personaggi disorientati ma mai sconfitti, Renato Pozzetto non è solo un comico: è un frammento di memoria collettiva, una parte della nostra educazione sentimentale.
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