MUSICA
Paolo Talanca parla di Lucio Corsi
Lucio Corsi scrive una pagina memorabile nella storia della canzone d’autore italiana. Con il suo ultimo album “La gente che sogna” e la canzone “Volevo essere un duro”, si è aggiudicato due Targhe Tenco, quella per il miglior album assoluto e quella per la miglior canzone singola. Non accadeva da 21 anni: prima di lui solo Fabrizio De André, Paolo Conte e Samuele Bersani avevano raggiunto questo traguardo. Solo De André ci riuscì due volte, nel 1991 e nel 1997.
A sottolineare il valore di questo riconoscimento è Paolo Talanca, critico musicale, saggista, docente e membro del Direttivo del Club Tenco. Autore di libri fondamentali sulla canzone d’autore italiana – da De André a Battiato, da Rino Gaetano a Capossela – Talanca è uno degli osservatori più attenti del panorama musicale contemporaneo.
In un suo post, ha commentato con lucidità e coinvolgimento l’impresa di Corsi:
“È indubbio che il cono di luce del Festival di Sanremo lo abbia spinto fino a questo risultato ma io, francamente, non riesco a vedere alcun elemento negativo in questa doppietta.”
Lucio Corsi, classe 1992, nato a Grosseto e cresciuto nella campagna maremmana, si è fatto conoscere per uno stile unico, visionario, capace di fondere narrativa surreale, rock anni ’70 e cantautorato italiano. Le sue canzoni sono miniature immaginifiche, suonate con cura e scritte con una precisione quasi chirurgica. Talanca lo evidenzia:
“Lucio scrive maledettamente bene, ha una capacità evocativa raffinatissima, spesso le sue canzoni non hanno una parola fuori posto e sono sempre dinamiche, con graffio e idea musicale esclusiva e significante.”
A differenza di molti nomi emergenti, Corsi si distingue per i suoi concerti autenticamente suonati e per un’identità musicale solida.
“A 31 anni è già ben strutturato sul palco e ha un suono tutto suo. […] Nei live di Lucio si capisce che il rapporto con gli strumenti è centrale, e anche che quel linguaggio – del tutto personale – viene dalle fondamenta solide della storia del miglior rock italiano e internazionale, unito con la capacità di raccontare storie dei nostri cantautori.”
Talanca insiste anche su un altro aspetto chiave: l’autenticità di Lucio, che non è costruito, non è un prodotto.
“Lucio non è un personaggio: basta sentirlo parlare pochi secondi nelle interviste per capire la sua idea autentica della musica, della canzone e del suo mestiere.”
Nel panorama italiano, spesso intrappolato in una nostalgica “retromania”, Corsi rappresenta qualcosa di nuovo, pur restando profondamente radicato nella tradizione.
“Non è De André, Conte o Bersani. Non è nemmeno il salvatore della patria: nient’altro che Lucio. È un bravissimo artista che per fortuna ha saputo sfruttare un’enorme possibilità, che ha colpito tutti per l’umanità tra troppi barattoli di latta del mainstream.”
E ancora:
“Un artista così è sempre declinato al futuro. I ragazzi e i bambini lo ascoltano, lo apprezzano, lo suonano. Nella situazione drammatica in cui versa la musica italiana, è lui l’assoluto protagonista positivo della canzone d’autore dell’ultimo anno.”
In un momento critico per la canzone d’autore, le Targhe Tenco 2025 sembrano dunque indicare un cambio di rotta.
“Queste Targhe possono essere davvero una felice ripartenza per la musica d’autore contemporanea.”
E se davvero un nuovo inizio deve esserci, Lucio Corsi è il volto più credibile da cui ripartire.
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