In tv
Raffaella Mennoia
C’è chi lo definisce un gioco crudele, chi lo considera il trionfo del trash estivo. Ma secondo Raffaella Mennoia, anima creativa dietro le quinte di Temptation Island, la realtà è molto più sottile e meno sensazionalistica di quanto si creda. In un’intervista al Corriere della Sera, Mennoia racconta un programma nato per esplorare i sentimenti, non per spettacolarizzarli. “Non è un programma sul tradimento – spiega – piuttosto è nell’attesa del tradimento che si gioca tutto.” Ed è proprio questo senso di sospensione, questo filo teso tra fiducia e paura, che tiene incollati milioni di spettatori ogni estate.
Il meccanismo del programma è conosciuto: coppie in crisi, tentatori e tentatrici, falò di confronto. Ma dietro a tutto questo, come dice Mennoia al Corriere, c’è un lavoro lungo mesi, fatto di ascolto e attenzione. I casting, spiega, iniziano già a febbraio e durano settimane, durante le quali ogni coppia viene incontrata più volte, analizzata nelle dinamiche, nella storia, nel modo di raccontarsi. E anche se qualcuno cerca visibilità, è facile capirlo subito. “Ho trent’anni di esperienza – dice Raffaella – certe cose le capisco al primo sguardo.”
Ma ciò che più sorprende, nella visione della Mennoia, è la cura con cui si decide cosa mostrare. Il montaggio è tutt’altro che casuale o scandalistico. Le scene più esplicite – e non sono poche, ammette – vengono tagliate. “Non ci interessa mostrare tutto. Preferiamo suggerire, lasciare che il pubblico immagini.” È una scelta editoriale precisa, che punta più sul non detto che sull’ovvio. Secondo lei, lo spettatore vuole sì essere coinvolto, ma senza essere invaso. Ed è proprio nel gioco tra ciò che si vede e ciò che si intuisce che Temptation Island costruisce la sua tensione narrativa.
Quella che Raffaella Mennoia difende è, in fondo, una certa forma di rispetto. Per le storie, per le persone, anche per il pubblico. Non nega che alcune dinamiche si prestino al racconto televisivo, né che le emozioni vengano amplificate dal contesto, ma crede profondamente che Temptation Island funzioni perché è vero. Non perché scandaloso. E questo, forse, è anche il motivo per cui, dopo tanti anni, il programma continua a essere un appuntamento fisso dell’estate italiana.
Quando le chiedono se le è mai pesato lavorare così a stretto contatto con Maria De Filippi, la sua risposta è sincera e asciutta: “Lavorare con Maria è molto faticoso, ma è l’unica che ancora mi mette alla prova. E' il filo conduttore della nia vita” E proprio in quella fatica quotidiana, tra intuizione, scelte narrative e rispetto per le storie altrui, si capisce quanto Temptation Island sia molto più di un semplice reality.
In un mondo televisivo che spesso confonde visibilità con valore, la visione della Mennoia sembra andare in controtendenza. Temptation Island non cerca solo di raccontare se l’amore può resistere alla tentazione, ma anche – e forse soprattutto – quanto siamo disposti a guardarci dentro per capirlo.
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