L'omicidio di Chiara Poggi
Giorgio Reposo a Lo Stato delle Cose
Delitto di Garlasco, un nuovo ampio approfondimento nel corso de Lo Stato delle Cose, andato in onda lunedì 29 settembre su Rai 3.
“In questi mesi continuano a parlare di Venditti come fosse il procuratore capo a Pavia, in realtà il procuratore capo era lei, ma di lei non si parla quasi mai. Perché?”.
È quanto viene chiesto dalla giornalista Francesca Ronchin a Giorgio Reposo, ex procuratore capo di Pavia, quando Mario Venditti (oggi indagato per corruzione) era procuratore aggiunto.
Mario Venditti
“Non lo so”, afferma Reposo, al quale viene fatto notare come sia stato anche lui a firmare le archiviazioni di Sempio nel 2017 e nel 2020. “Io ho messo il visto – risponde Reposo – sulla base delle indagini che hanno fatto sono arrivati a quelle conclusioni e io ne ho preso atto”. E il presunto sistema Venditti? “Io avevo il controllo della situazione o quantomeno credevo e credo di averlo avuto. Il carattere del collega non era un carattere facile. Parliamo sempre di persone che hanno avuto una lunga militanza nella direzione distrettuale antimafia”.
Poi al procuratore viene chiesto un parere sulle intercettazioni e su un approfondimento che poteva essere necessario.
“Probabilmente sì, io lo avrei fatto – risponde – a conoscenza di quello avrei detto di vedere. Venditti? Avevamo un rapporto di colleganza e un modo di affrontare le cose diverse. Io sono arrivato a Pavia, i miei rapporti erano solo di ufficio. Lui conosceva tutto. Se mi ha lasciato lo spazio? Me lo sono preso lo spazio”.
L'intervista completa
Tendeva a debordare? “Era nella sua natura – risponde Reposo – gli sarebbe piaciuto fare il procuratore della Repubblica, quello che facevo io. Se ci sto rimanendo male? Certo. Ma mi riesce veramente difficile credere che il collega abbia potuto intascare dei soldi. È una mia opinione, per la funzione che ha rivestito, per gli incarichi che ha avuto, perché è una delle istituzioni per me inconcepibile già il solo pensarlo. Se fosse vero a me crollerebbe il mondo addosso”.
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