L'omicidio di Chiara Poggi
Giuseppe Sempio e Angela Taccia durante Quarto Grado
“Venditti gip archivia per 20, 30 euro”. È il “pizzino” contestato alla famiglia Sempio, nell’ambito della nuova svolta nelle indagini per il delitto di Garlasco che ha portato all’apertura di un procedimento per corruzione nei confronti dell’ex gip Mario Venditti. Cosa significa questa frase?
A dare una risposta, nell’ultima puntata di Quarto Grado, è l’avvocato Angela Taccia: “Oggi ci ho pensato – spiega la legale di Andrea Sempio – se sono somme così esigue di solito sono delle marche da bollo che si pagano per ottenere le copie della richiesta di archiviazione. Su quel biglietto se sono 20, 30 euro e c’è un appunto penso sia una cosa che si può contestualizzare con una richiesta di copia. Quando noi avvocati andiamo in cancelleria a chiedere delle copie vengono pagati in base alle copie che si ottengono”.
“Ricordo di averlo scritto – afferma Giuseppe Sempio, il padre di Andrea Sempio – quei 20, 30 euro non hanno significato. Capire adesso a cosa servivano dopo tanti anni diventa difficile, non ricordavo il motivo. Mi è stato detto che forse serviva per le marche da bollo, parlavano gli avvocati. Dipendevamo dai nostri avvocati”.
Giuseppe Sempio
“Io tengo gli appunti anche dei consumi, alla fine di ogni mese prelevo i dati – spiega l’uomo – sul calendario mi segno tutte le spese”. “A chi portava queste somme di denaro in contanti?”, chiede il conduttore Gianluigi Nuzzi. “A volte dovevo pagare gli avvocati, che facevano il loro lavoro – risponde Sempio – avevamo tre avvocati che andavano pagati. Venditti? Io l’ho visto solo una volta quando mi ha interrogato. L’ho rivisto ora in televisione, non lo ricordavo nemmeno”.
Le parole dei genitori
“Si ricorda quanto ha portato agli avvocati?”, chiede ancora Nuzzi. “Abbiamo fatto diverse cose – risponde l’uomo – non avevamo un capitale da portare là, i soldi sono quelli di una famiglia di lavoratori con uno stipendio normale, ti dovevi arrangiare con quello che c’era in casa. Era così, anche adesso è così. Anzi forse è ancora peggio, noi siamo qui e aspettiamo”. “Solo per chiarire le cose – precisa l’avvocato Taccia – noi lavoriamo pro bono. I Sempio non ci possono pagare, di soldi parleremo eventualmente più avanti”.
La puntata completa
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