SICUREZZA
Il Bar Parigi e la titolare Silvia Campana
Bar Parigi, via Martiri della Niccioleta, pieno centro di Follonica. Poco prima di mezzanotte di domenica 17 agosto. "Sono entrati tre ragazzi, ventenni, mai visti prima, italianissimi. Dicevano di voler festeggiare il compleanno di uno di loro – racconta la titolare, Silvia Campana – e hanno comprato una bottiglia di prosecco. Pensavo se la portassero via, invece si sono messi a sedere. Poco dopo uno di loro è andato in bagno e un altro l'ha seguito. Non uscivano più, mi sono insospettita e ho chiesto al terzo ragazzo di andare a controllare, temevo che stessero male. Dopo qualche minuto mi sono avvicinata e ho visto che la porta-finestra del bagno che dà sul chiostro esterno del locale era stata forzata: quei ragazzi hanno preso la scala che c'è nel chiostro per arrampicarsi sulle abitazioni attorno, dalle terrazze fino ai tetti, per raggiungere il mio magazzino: hanno forzato la porta per cercare qualcosa da rubare. Ho gridato loro di scendere, che era pericoloso e che avrei chiamato i carabinieri: intanto, evidentemente alterati, stavano buttando giù di tutto dai tetti. Acqua, sassi".
"Sono scesi, hanno tentato di giustificarsi. Io – racconta ancora Silvia Campana – mi sono messa a urlare: nel bar c'era anche mio cognato, è intervenuto, uno di quei ragazzi gli è arrivato dietro le spalle e l'ha aggredito con un cazzotto in faccia. Un altro mi ha preso per il collo e mi ha dato un cazzotto nella pancia. Il tutto mentre io ero al telefono con i carabinieri, urlando di venire subito, di fare presto. Intanto ho tentato di reagire. In quel momento il bar era ancora pieno di clienti: qualcuno ha tentato di intervenire, qualcun altro ha pensato di chiuderli dentro il bar in attesa delle Forze dell'ordine. Nel frattempo però quei tre sono scappati".
"Sono arrivati i carabinieri di Scarlino, hanno fatto tutti i rilievi del caso. Poi l'ambulanza. Mi hanno portata in ospedale, ho un referto di 20 giorni. Ora sono tornata a casa. Nonostante i lividi e lo shock, domani dovrò riaprire il bar e andrò a sporgere denuncia. Non posso fare altro: resta – conclude amara Silvia Campana – la paura di vivere tutti i giorni in una situazione ormai insostenibile. Quei ragazzi hanno avuto la faccia tosta di fare certe cose senza vergogna, con il bar pieno di gente".
L'identificazione dei tre giovani non dovrebbe essere complicata: hanno pagato il prosecco con il Pos e il locale è dotato di telecamere di videosorveglianza.
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