Il caso
Chiara Poggi
Il dna maschile sconosciuto trovato nella bocca di Chiara Poggi sarebbe il risultato di una "contaminazione involontaria" avvenuta durante l’autopsia sul delitto di Garlasco. Secondo quanto emerso, quel profilo genetico avrebbe una "concordanza" con quello di un cadavere sottoposto ad "autopsia" in un "lasso temporale prossimo" a quella eseguita per l’omicidio del 13 agosto 2007. Lo riporta l’agenzia Lapresse, precisando che la notizia è stata diffusa dal procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, sulla base di una consulenza affidata ai professori e genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani. L’analisi ha riguardato il "profilo genetico" ignoto rilevato su una "garza" utilizzata all’epoca dal medico legale Dario Ballardini e dal suo staff per prelevare "materiale biologico dalla bocca della vittima". Tutti i principali media hanno ovviamente rilanciato la notizia.
Come ricorda Lapresse, la Procura di Pavia ha affidato alla dottoressa Cristina Cattaneo, uno dei più noti medici legali italiani, l’incarico di svolgere "nuove verifiche" sulle "cause della morte" di Chiara Poggi. La decisione, si legge nella nota della Procura, è stata presa per "garantire" una "valutazione più ampia degli elementi raccolti" nell’indagine in corso su Andrea Sempio, "sia in sede medico-legale sulla vittima" sia sul "luogo del delitto", ossia la villetta di via Pascoli dove la 26enne è stata uccisa. Oltre al pm Napoleone, la professoressa della Statale di Milano riferirà anche ai magistrati Civardi, De Stefano e Rizza, titolari del fascicolo.
Il cosiddetto ‘Ignoto 3’, ovvero il dna maschile individuato sulla garza usata per prelevare materiale dalla bocca della giovane, risulta compatibile con quello dell’assistente del medico legale Ballardini, che condusse l’autopsia il 13 agosto 2007. Dalla ricostruzione emerge che non fu effettuato un vero tampone orale come in altre parti del corpo, ma che la garza venne usata per raccogliere materiale da confrontare con i risultati delle analisi delle tracce di sangue trovate sulla scena del delitto.
Nella nuova analisi di laboratorio, uno dei due campioni ancora disponibili sulla garza ha mostrato una corrispondenza dell’80% con il dna dell’assistente. L’altro campione contiene sia il profilo Y del professionista sia un secondo profilo in quantità "infinitesimale", non compatibile con un’azione violenta nella zona faringea e attribuito a "contaminazione". L’ipotesi più probabile è che questa sia avvenuta in sala autoptica, maneggiando la garza o entrando in contatto con oggetti già contaminati.
Quello di Ignoto 3 è uno degli argomenti più dibattuti nell'ultimo periodo e questa comunicazione da parte della Procura sembra destinata a chiudere questo capitolo. In attesa di nuovi sviluppi sulle indagini.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy