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IL CASO

Omicidio Coli, Innocenti ricorre in Cassazione sull'incidente probatorio: "Necessario alla revisione del processo"

Il legale: "Auspico che le resistenze a riconoscere l'errore giudiziario cessino"

Roberto Bata

31 Luglio 2025, 18:02

Omicidio Coli, Innocenti ricorre in Cassazione sull'incidente probatorio: "Necessario alla revisione del processo"

Francesco Innocenti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ausonio Coli

Il legale di Francesco Innocenti, l'imprenditore di Arcidosso condannato all'ergastolo per l'omicidio del commercialista Ausonio Coli, ucciso l'8 marzo 2004, ha depositato ieri, mercoledì 30 luglio, un ricorso alla Corte di cassazione contro l'ordinanza della Corte d'assise di Grosseto che pochi giorni fa ha respinto la richiesta di un nuovo incidente probatorio avanzata dalla difesa. Richiesta che ha l'obiettivo di ottenere la revisione del processo a carico dell'imprenditore, che si è sempre proclamato innocente.

"Nella certezza che la Cassazione annullerà l'ordinanza della Corte d'assise di Grosseto – dichiara l'avvocato Stefano Giorgio, il legale romano che assiste Innocenti – abbiamo depositato questo ricorso. Auspico che le resistenze a riconoscere l'errore giudiziario, a mezzo di ulteriori errori procedurali, cessino e che Innocenti trovi, finalmente, un giudice a Berlino".

Il ricorso si basa su quattro distinti motivi che contestano la decisione della Corte d'Assise di negare a Innocenti la possibilità di ricorrere nuovamente allo strumento dell'incidente probatorio, cioè uno strumento (adottato solitamente nella fase delle indagini preliminari) che consente l'assunzione di prove con le stesse modalità previste nella fase dibattimentale, quando vi sia il rischio che possano essere perse o compromesse. Prove che la strategia processuale di Innocenti ritiene evidentemente idonee a fondare un giudizio di revisione.

Oggetto dell'incidente probatorio – nelle intenzioni della difesa – è accertare l’orario nel quale l’8 marzo 2004 fu ucciso il commercialista Coli e verificare che i colpi siano stati effettivamente sparati dalla pistola Smith & Wesson sequestrata a Innocenti. La difesa di Innocenti aveva chiesto due esperimenti giudiziali: il primo per verificare l'effettivo tempo di percorrenza impiegato dalla collega di una delle testimoni (impiegate che lavoravano nell'ufficio adiacente a quello del commercialista ucciso) per raggiungere l’asilo del figlio, in modo da rendere incompatibili i tempi dell'omicidio con gli spostamenti di Innocenti, e l’altro per capire se fosse possibile che la testimone avesse sentito esplodere solo tre colpi e non sei. I rilievi stabilirono che il commercialista fu raggiunto da tre colpi di arma da fuoco, mentre altri tre furono trovati conficcati in un muro del suo studio.

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