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Il delitto di Garlasco

Chiara Poggi, forse l'arma del delitto tra gli oggetti consegnati dal supertestimone. Le indagini su attizzatoio e martello

Il testimone chiave è un muratore egiziano che, secondo quanto emerso durante “Ore 14 sera”, avrebbe trovato e consegnato spontaneamente agli inquirenti diversi attrezzi

Giovanni Ramiri

28 Giugno 2025, 14:53

Chiara Poggi

Chiara Poggi

A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, il caso si riapre con una possibile svolta grazie alla testimonianza di un nuovo supertestimone. Le ultime indagini si concentrano su alcuni oggetti da muratore — tra cui un attizzatoio e un martello — che si pensava fossero stati recuperati dai vigili del fuoco nel greto del torrente Tromello, ma che in realtà sarebbero stati consegnati ai carabinieri da un testimone già anni fa, prima che il canale fosse dragato.

Il testimone chiave è un muratore egiziano che, secondo quanto emerso durante la trasmissione Rai “Ore 14 sera” condotta da Milo Infante, avrebbe trovato e consegnato spontaneamente agli inquirenti diversi attrezzi da muratore: martello, attizzatoio, mazzetta e piccozza. Questi oggetti erano stati segnalati anche da altri testimoni che, subito dopo il delitto, avevano riferito di aver visto gettare oggetti sospetti nel canale di Tromello.

La consegna degli strumenti sarebbe avvenuta molto tempo prima rispetto alle recenti ricerche e alla riapertura delle indagini su Andrea Sempio, attualmente indagato per concorso in omicidio. Questo dettaglio corregge la narrazione precedente, secondo cui gli attrezzi sarebbero stati rinvenuti solo di recente nel canale dai vigili del fuoco.

Gli oggetti consegnati — in particolare il martello, ritenuto dagli atti processuali compatibile con le ferite della vittima — sono ora al vaglio degli investigatori. Nonostante l’attenzione mediatica, gli inquirenti mantengono la massima cautela: solo approfondite analisi potranno stabilire se uno di questi strumenti sia effettivamente l’arma del delitto utilizzata contro Chiara Poggi il 13 agosto 2007. Al momento, infatti, l’arma del delitto non è mai stata ritrovata con certezza.

La testimonianza del muratore egiziano, se confermata, potrebbe riscrivere parte della ricostruzione processuale e aprire nuovi scenari investigativi. La presenza di un supertestimone che avrebbe fornito direttamente materiale cruciale agli investigatori rappresenta una potenziale svolta, soprattutto se le analisi collegheranno uno degli oggetti alle ferite della vittima o a tracce biologiche rilevanti.

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