CRONACA
Paolo Diciotti
Per tutta la vita ha preferito far parlare le storie. Quelle dei bambini venuti da lontano, cresciuti all’ombra del disastro nucleare di Chernobyl, e poi rinati, almeno per un po’, tra le braccia amorevoli di famiglie italiane. Paolo Diciotti, medico, uomo di rara sensibilità e fondatore dell’associazione “Volontari per l’Infanzia – Progetto Chernobyl”, si è spento sabato 28 giugno, all’età di 70 anni.
Per oltre vent’anni, grazie al suo impegno, centinaia di bambini provenienti dalle zone contaminate della Bielorussia hanno trovato a Grosseto non solo cure e riposo, ma un calore umano che li ha segnati per la vita. Famiglie che li hanno accolti come figli. Comunità che hanno imparato a guardare oltre i confini. Un progetto che è andato ben oltre il semplice soggiorno terapeutico: era un ponte tra mondi, un abbraccio tra popoli.
Ma l’opera di Diciotti non si è fermata lì. Non si è limitata a portare i bambini a Grosseto: è andato lui stesso nei villaggi più colpiti, ha conosciuto la Bielorussia, la sua gente, i suoi bisogni. Anche quando le condizioni sono diventate difficilissime, con la guerra tra Russia e Ucraina che ha aggravato una situazione già precaria, Paolo non ha mai smesso di credere che quei bambini meritassero un futuro diverso.
Paolo Diciotti con alcuni bambini bielorussi
Negli ultimi anni, il suo cuore grande ha continuato a battere anche per i piccoli della sua città. Con il nuovo “Progetto Bambini Esploratori”, ha voluto offrire ai bambini di Grosseto la possibilità di riscoprire il loro territorio, promuovendo inclusione, scoperta e crescita in un contesto sereno e comunitario. Un gesto semplice ma profondo, coerente con il suo credo: ogni bambino ha diritto a un’infanzia felice.
Il deputato Marco Simiani, tra i primi a ricordarlo, ha espresso il dolore di un’intera comunità:
«La Maremma perde un uomo straordinario. Un uomo buono, determinato, generoso. Il suo esempio è un’eredità preziosa che tutti dobbiamo custodire.»
Un uomo che non ha mai cercato i riflettori, ma che ha saputo accendere la luce là dove regnava l’ombra.
Oggi, la comunità lo piange. Ma più forte del dolore resta la gratitudine. Per ogni sorriso strappato, per ogni bambino salvato, per ogni gesto silenzioso che ha reso il mondo un posto un po’ migliore.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy