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IL MESSAGGIO

“…questo NON è AMORE”: la Polizia di Stato rilancia la campagna contro la violenza sulle donne

Eventi, opuscoli e percorsi di supporto per prevenire la violenza di genere e rompere il silenzio

Carolina  Brugi

21 Novembre 2025, 10:47

La campagna “…questo NON è AMORE”

La campagna “…questo NON è AMORE”

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, la Polizia di Stato rinnova il proprio impegno nella campagna permanente…questo NON è AMORE”, promossa dalla Direzione centrale anticrimine. L’iniziativa rappresenta un fondamentale impegno istituzionale per il contrasto della violenza di genere e per favorire un cambiamento culturale più ampio nella società.

La campagna nasce dalla consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni. L’obiettivo di “…questo NON è AMORE” è smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici, con una presenza visibile e rassicurante fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza. Grazie a questi incontri informali è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo. Durante le iniziative viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta, ricordando che uscire dalla spirale della violenza è possibile. Nell’opuscolo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Per la 9^ edizione 2025, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure ricorda:
«La violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker, che introduce l’opuscolo affermando:
«La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

La campagna si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus. Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che offrono un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute. In molti casi, chi segue il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione. Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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