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SALUTE

Realtà mista e riabilitazione: a Grosseto si sperimenta il futuro della cura post-ictus

Un nuovo studio unisce riabilitazione cognitiva e motoria alla realtà aumentata

Carolina  Brugi

14 Ottobre 2025, 11:57

Il dr Mancuso

Il dr Mancuso

Unire tecnologia, neuroscienze e riabilitazione per migliorare il recupero dopo un ictus: è l’obiettivo del progetto di ricerca Mi.Re.Co.Mo.Re (Mixed Reality for Cognitive and Motor Rehabilitation), promosso dall’Azienda USL Toscana Sud Est attraverso la UOC di Riabilitazione di Grosseto e sostenuto da Fondazione CR Firenze.

Il progetto sarà presentato sabato 18 ottobre alle ore 10 nella sala Pegaso del Palazzo della Provincia di Grosseto, durante un convegno aperto a operatori sanitari, istituzioni e cittadinanza. L’iniziativa prevede l’avvio di uno studio sperimentale su 60 pazienti colpiti da ictus, nella fase subacuta, per valutare l’efficacia del nuovo protocollo RehAtt-XR, che integra esercizi cognitivi e motori in un ambiente immersivo e interattivo basato sulla realtà aumentata.

«Attraverso l’impiego di tecnologie di realtà aumentata – spiega Mauro Mancuso, direttore della Riabilitazione di Grosseto – le persone in trattamento potranno allenare attenzione, memoria e coordinazione in modo più motivante e realistico rispetto ai tradizionali programmi su computer».

Lo studio prevede un confronto tra il sistema innovativo RehAtt-XR e la piattaforma convenzionale RehaCom, già utilizzata nei centri riabilitativi, con l’obiettivo di verificare se l’uso della realtà mista possa favorire la neuroplasticità e accelerare il recupero delle funzioni cognitive e motorie.

«Mi.Re.Co.Mo.Re – prosegue Mancuso – punta a dimostrare che la realtà mista può migliorare il recupero cognitivo e motorio, favorire la neuroplasticità e rendere la riabilitazione più efficace, personalizzata e coinvolgente. Si tratta di una ricerca italiana che unisce tecnologia, neuroscienze e riabilitazione, aprendo nuove prospettive per la cura dei pazienti colpiti da ictus».

Il convegno del 18 ottobre ospiterà anche interventi istituzionali e scientifici. Sono previsti i saluti di Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto, Tania Barbi, direttrice del Distretto sanitario di Grosseto, Bruno Ceccherini, vicesindaco di Grosseto, Carla Minacci, assessora al Sociale del Comune di Grosseto, Carlo Vellutini, membro del CdA di Fondazione CR Firenze, e Luca Terrosi, dell’associazione Uscita di Sicurezza. Il programma prevede inoltre contributi di Helena Fordell (Università di Umeå, Svezia) sui principi teorici della realtà virtuale aumentata in riabilitazione, di Cristiano Scarseli (CRT – Clinica di Riabilitazione Toscana) sulle nuove tecnologie applicate alla riabilitazione, e una dimostrazione pratica di Giuliana Rosso (Azienda USL Toscana Sud Est). Moderano l’incontro Franca Casagni e Mauro Mancuso.

Il progetto riceve il pieno appoggio delle istituzioni locali e della Fondazione CR Firenze, da tempo impegnata nella promozione dell’innovazione nei percorsi di cura.

«Siamo particolarmente soddisfatti – dichiara Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto – perché questa sperimentazione dimostra che il nostro sistema sanitario è capace di coniugare innovazione, ricerca e attenzione alla persona. Il progetto Mi.Re.Co.Mo.Re rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra istituzioni, sanità pubblica e fondazioni possa tradursi in un miglioramento reale della qualità della vita dei cittadini. Grosseto si conferma un territorio dove si sperimenta, si innova e si costruisce un futuro di cura più umano e tecnologicamente avanzato».

«La ricerca Mi.Re.Co.Mo.Re rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia possa essere messa al servizio della persona – afferma Carlo Vellutini, membro del CdA di Fondazione CR Firenze –. Innovare i percorsi di cura significa offrire ai pazienti nuove possibilità di recupero e di autonomia, ma anche migliorare la qualità della vita delle famiglie e di chi si prende cura di loro. Fondazione CR Firenze sostiene con convinzione iniziative che, come questa, uniscono competenza scientifica, sperimentazione e attenzione al valore umano della salute».

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