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Imprese grossetane, fino al 6 luglio si lavora per pagare le tasse

Cna: pressione fiscale al 51,4%, lievi miglioramenti ma servono ulteriori interventi

Carolina  Brugi

12 Settembre 2025, 13:39

CNA Grosseto

CNA Grosseto

Le imprese grossetane lavorano fino al 6 luglio per far fronte a tasse e tributi, con un impatto complessivo sul reddito di impresa del 51,4%. È quanto emerge dal VII Rapporto “Comune che vai, fisco che trovi” della Cna, presentato oggi a Roma e realizzato dal Centro studi dell’associazione. Lo studio, che prende in esame un’impresa tipo, permette di monitorare gli effetti della pressione fiscale e di formulare proposte per sostenere le piccole e medie imprese, ossatura del sistema produttivo italiano.

«Sono stati evidenziati lievi miglioramenti anche a livello locale – commenta Saverio Banini, presidente di Cna Grosseto –: basti pensare che nel 2022 il tax free day ovvero il primo giorno dell’anno in cui le imprese smettevano di lavorare per pagare le tasse era l’8 luglio e nel 2019 addirittura il 25 agosto. Ma la nostra classe dirigente può fare di meglio e, per questo, durante l’evento a Roma sono state illustrate alcune proposte per ridurre la pressione fiscale al Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo».

Il lieve miglioramento si registra anche a livello nazionale, dove la tassazione sulle imprese individuali cala nel 2024 dal 52,8% al 52,3%, pur con consistenti divari territoriali. In media, le imprese hanno lavorato per il fisco fino al 9 luglio, due giorni in meno rispetto all’anno precedente. Bolzano si conferma la provincia con la pressione fiscale più bassa (46,3%), mentre Agrigento chiude la graduatoria con il 57,4%.

A livello toscano, il capoluogo dove si “smette” prima di lavorare per pagare tasse e imposte è Massa (4 luglio), seguito da Siena (5 luglio), Grosseto e Prato (6 luglio), Pisa e Lucca (8 luglio), Pistoia e Arezzo (9 luglio), Carrara (12 luglio), Firenze (17 luglio) e Livorno (23 luglio).

«La nostra associazione – spiega Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – chiede, quindi, un maggiore sforzo nel percorso di riduzione della tassazione sul reddito delle imprese individuali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio bassi, eliminando le disparità di trattamento fiscale con i lavoratori dipendenti; di introdurre un regime premiale nella tassazione dei redditi d’impresa prevedendo delle riduzioni automatiche quando il reddito dichiarato supera il reddito ‘normale’ che emerge dagli Indicatori sintetici di affidabilità; di completare l’eliminazione dell’Irap; di introdurre un regime di favore con tassazione agevolata per premiare chi investe nella propria impresa personale; di continuare con la riforma del catasto avvicinando il valore catastale tassato al valore di mercato degli immobili; di agevolare il passaggio generazionale nelle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti, prevedendo anche una fiscalità agevolata per i primi anni di avvio dell’impresa; di eliminare gli oneri impropriamente messi a carico delle imprese, come la ‘reverse charge’, lo ‘split payment’, nonché la ritenuta dell’11% applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali».

Negli ultimi anni il lavoro dell’Osservatorio Cna ha portato anche a risultati concreti: «Se la pressione fiscale è lievemente calata – precisa Banini – è anche per l’impegno della nostra associazione. Mi riferisco al regime forfettario, inserito con la legge di Stabilità 2015 e ampliato con la legge di Bilancio 2023, al regime di cassa per la determinazione del reddito di impresa e all’estensione del regime di cassa, introdotto con la legge di Bilancio 2023. E ancora, la deducibilità totale dell’Imu sugli immobili strumentali all’attività di impresa, l’eliminazione dell’Irap per le imprese individuali e i lavoratori autonomi, la riduzione della tassazione sul reddito delle imprese individuali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio-bassi. Questo dimostra come le battaglie, accompagnate da proposte concrete nell’interesse delle imprese, possono dare risultati. Siamo consapevoli che queste proposte hanno un impatto sul bilancio dello Stato, ma occorre che la politica dia segnali forti e porti avanti questo impegno, per garantire un futuro al nostro sistema produttivo, già gravato dalla mancanza di manodopera e dall’inverno demografico».

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