IL CASO
Il porto vecchio di Porto Santo Stefano
Se prima la storica banchina della Pilarella, in piena estate, era "sold out" nei punti d'ormeggio per yacht e panfili, oggi non è più così. Neppure un vero yacht alla fonda nel mare antistante Porto Santo Stefano. E questo, a detta di Daniele Busetto di Artemare Club, è "sicuramente dovuto dall’arrivo continuativo di decine e decine navi da crociera".
"Spesso due per volta, sempre più grandi e alcune anche vecchie, alla fonda e ormeggiate al molo Garibaldi – osserva Busetto –, pertanto vicinissime al centro abitato con i motori accesi e relative emissioni per più di 10 ore. Sono tantissime le proteste dei residenti e dei forestieri che hanno casa a Porto Santo Stefano per l'insopportabile confusione, specialmente nel Porto del Valle già fortemente affollato d’estate, anche per i tanti pullman che arrivano per portar via i crocieristi. Mi chiedono di farmi portavoce della loro arrabbiatura per questa situazione nautica ambientale non voluta che non porta vantaggi al luogo ma solo a pochissimi, perché i passeggeri di questi palazzi sul mare, a volte di dieci piani, sono prevalentemente passeggiatori che fotografano e tornano a bordo".
"Luoghi famosi come Mykonos e Santorini, per limitare l’assalto di queste enormi navi – ricorda Daniele Busetto – hanno deciso una tassa personale per i crocieristi che mettono piede nel loro territorio, che arriva fino a 20 euro giornaliere a persona, come già fanno altre località di mare, mentre altri Paesi cominciano a negare il passaggio e la possibilità di sosta alla fonda dichiarando il loro mare parco marino, come sta facendo Capri. Tanti siti scientifici dichiarano l'overcruising ormai un problema molto serio per noi e per chi verrà dopo di noi, anche per la pericolosità di queste grandi navi da crociera che manovrano molto vicine alle coste, sia per la flora e fauna marina sia per la pulizia delle coste e spiagge. I grandi porti sono realizzati per ricevere questo intenso e importante traffico marittimo, come Piombino, Livorno e Civitavecchia, non i piccoli approdi come quelli dell’Argentario che erano incontaminati e piano piano lo saranno sempre meno".
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