LA STORIA
Denis Bergamini con la maglia del Cosenza
La vicenda di Denis Bergamini, il giovane calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989 sulla statale 106 in Calabria, ha segnato uno dei casi più controversi della cronaca italiana . La sua vicenda, rimasta per oltre trent’anni avvolta da silenzi, depistaggi e sospetti, viene ora raccontata nella docuserie Sky Original "Il cono d’ombra. La storia di Denis Bergamini", in onda questa sera e domani – venerdì 27 e sabato 28 giugno su Sky e in streaming su Now . Una docuserie in quattro episodi, ideata da Pablo Trincia e Debora Campanella, già un celebre podcast, che ricostruisce l’intera vicenda attraverso testimonianze, atti processuali, immagini d’archivio e video inediti . "La serie – spiegano – non si limita a ricostruire i fatti, ma offre uno sguardo profondo sul dolore della famiglia, sull’ostinazione nella ricerca della verità e sulle ombre di un sistema che per troppo tempo ha preferito voltarsi dall’altra parte".
Nato ad Argenta (Ferrara) il 18 settembre 1962, Bergamini aveva iniziato la sua carriera calcistica in Serie D, per poi approdare al Cosenza nel 1985, contribuendo alla promozione della squadra in Serie B . Il suo ultimo match fu il 12 novembre 1989, pochi giorni prima della tragedia. La sera del 18 novembre 1989, il corpo di Denis viene ritrovato sull’asfalto, apparentemente investito da un camion. Accanto a lui, la fidanzata Isabella Internò in lacrime. La versione ufficiale, sostenuta dalla giovane, parla di suicidio: Denis si sarebbe gettato sotto il camion dopo una lite sentimentale. Tuttavia, questa spiegazione non convince né la famiglia né molti amici e colleghi, che da subito sollevano dubbi sulle modalità della morte .
Per anni, la giustizia archivia il caso come suicidio, nonostante le numerose incongruenze: indagini superficiali, prove scomparse, testimonianze contraddittorie e una serie di depistaggi alimentano il sospetto che la verità sia stata ignorata . La sorella Donata Bergamini si batte instancabilmente per riaprire il caso e ottenere giustizia.
Solo a distanza di decenni, grazie alla pressione della famiglia e a nuove perizie, emerge una verità diversa: Denis Bergamini non si è suicidato, ma è stato ucciso. Le indagini più recenti, basate su analisi medico-legali, stabiliscono che il calciatore era già morto – probabilmente soffocato – prima dell’arrivo del camion . Le versioni di Isabella Internò e del camionista vengono smentite dagli inquirenti, che avviano un nuovo processo per omicidio volontario . N
Le prove che hanno portato a confermare l’omicidio di Denis Bergamini sono numerose, dettagliate e soprattutto fondate su riscontri medico-legali e investigativi emersi dopo la riapertura del caso. Ecco i principali elementi che hanno ribaltato la versione iniziale del suicidio.
Le perizie sul corpo riesumato di Bergamini hanno stabilito con certezza che la causa della morte è stata l’asfissia meccanica, non l’investimento da parte del camion . Gli esperti hanno rilevato segni inequivocabili di soffocamento, probabilmente tramite una sciarpa o un sacchetto di plastica, e hanno escluso che le ferite fossero compatibili con un incidente stradale . Secondo i periti nominati dalla Procura di Castrovillari, Denis era già morto quando è stato adagiato sull’asfalto e successivamente travolto dal camion, che ha solo inscenato la dinamica del suicidio .
L’autopsia ha evidenziato che le lesioni presenti sul corpo non erano compatibili con quelle di una persona investita in vita da un mezzo pesante: mancavano i traumi da schiacciamento tipici, e sia l’orologio che la catenina di Bergamini erano intatti, elementi inconciliabili con un investimento mortale .
Le versioni fornite da Isabella Internò (ex fidanzata e unica testimone presente) e dal camionista sono state smentite dalle indagini: la ricostruzione del suicidio è risultata artefatta e priva di riscontri oggettivi . Le indagini hanno inoltre evidenziato bugie, depistaggi e omertà che hanno ostacolato la ricerca della verità per oltre trent’anni .
Secondo la Procura, il movente dell’omicidio sarebbe stato legato a questioni personali tra Bergamini e la sua ex fidanzata, che avrebbe ordinato l’uccisione per “salvare l’onore” dopo una relazione finita e un aborto .
Tutti elementi hanno permesso di superare definitivamente la tesi del suicidio, riconoscendo la responsabilità dell’ex fidanzata e aprendo la strada a una nuova verità giudiziaria.
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