Nei cieli
Qantas è tra le compagnie migliori del mondo
È accaduto lunedì 24 giugno 2025: il volo QF9 di Qantas, decollato da Perth e diretto a Londra, è rimasto in volo per circa quindici ore prima di tornare al punto di partenza. L’aereo, un Boeing 787‑9 Dreamliner, aveva ormai superato la metà del viaggio e si trovava nello spazio aereo dello Sri Lanka quando è arrivato l’ordine dei controllori di volo di rientrare in Australia.
La causa è stata la chiusura improvvisa dello spazio aereo nel Medio Oriente, scatenata dall’intensificarsi dei conflitti e dal lancio di missili iraniani. In poche ore la regione è diventata troppo pericolosa per sorvolarla, e Qantas, come molte altre compagnie internazionali, è stata costretta a sospendere o deviare le proprie rotte per garantire la massima sicurezza dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio.
A bordo regnava incredulità e frustrazione: dopo aver percorso più di metà viaggio e aver sorvolato lo Sri Lanka, l’aereo è tornato indietro e ha fatto rientro a Perth, segnando una tratta complessiva di circa quindici ore e migliaia di chilometri percorsi senza arrivare alla destinazione prevista (sotto la mappa del volo dal sito specializzato Flightradar).
L’episodio riflette bene la fragilità dei voli a lungo raggio davanti a improvvise tensioni geopolitiche. Nelle stesse ore oltre 160 voli sono stati deviati, ritardati o sospesi a causa dei rischi legati alla chiusura dei corridoi aerei sul Medio Oriente. Compagnie come Qantas, Qatar Airways ed Emirates hanno dovuto riorganizzare rotte e scali, mentre i passeggeri si sono ritrovati a fare i conti con disagi e cambi di programma.
Una vicenda che conferma come la priorità dei vettori resti la tutela dei passeggeri e la salvaguardia dei propri equipaggi, ma che mette in luce la complessità e l’imprevedibilità dei trasporti aerei in un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni e instabilità.
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