GROSSETO
Da un'amicizia nata nel cuore dell'Africa, in Etiopia, è nata un'impresa che oggi fa scuola nel comparto dell'agricoltura etica di tutto il mondo. È la storia della startup Nutrevo Quantic Evolution, all'insegna della scienza, dell'amicizia, della passione e della sostenibilità globale: un progetto che fa capo a Mario Guerrieri.
La storia comincia con l'incontro di sei professionisti in Etiopia, dove hanno lavorato fianco a fianco per anni in importanti progetti di sviluppo agricolo. Uomini molto diversi, ma uniti da una visione comune e da un legame umano che ha resistito al tempo e alle strade diverse che la vita ha poi assegnato a ciascuno. C’è Mario Guerrieri, grossetano di nascita e spirito, che da oltre vent’anni lavora con i microrganismi naturali e oggi guida con entusiasmo una delle startup più promettenti del panorama green internazionale. Con lui, cinque compagni di viaggio: Vittorio Osella, oggi dirigente in un gruppo tessile; Gianluca Burchi, ricercatore; Maurizio Lupi, manager alla guida di una grande azienda italiana con sedi anche in Cina; Mauro Anarratone, agricoltore e consulente agricolo; e Roberto Ercolani, cofondatore con Guerrieri della startup Escafix e fondatore di una importante azienda produttrice di biofertilizzanti a Tarquinia.
Dopo anni di esperienze diverse, in settori anche molto lontani, una cena li ha riuniti. “Ci siamo guardati e ci siamo detti: perché non fare di nuovo qualcosa insieme?”, racconta Guerrieri. Così nasce Nutrevo Quantic Evolution, un’eccellenza scientifica e imprenditoriale grossetana e tarquiniese ancora poco conosciuta ma di altissimo spessore. Il fulcro e gli uffici amministrativi si trovano a Grosseto, mentre l’impianto di produzione è a Tarquinia.
L’azienda sviluppa biofertilizzanti di nuova generazione per un’agricoltura sostenibile, capaci di affrontare le sfide del cambiamento climatico. Il prodotto di punta, Nutrevo Crop Evo Q, sfrutta microrganismi naturali per nutrire le piante, proteggendole da malattie e condizioni estreme, senza l’uso di fertilizzanti chimici né di altri prodotti di sintesi chimica. “Fissiamo l’azoto dall’atmosfera, liberiamo il fosforo nel terreno e miglioriamo la resistenza delle colture a siccità e temperature elevate”, spiega Guerrieri. Il risultato? Piante con radici più forti, capaci di sopravvivere anche nei terreni più difficili. I benefici sono già concreti. In Italia, oltre ai vigneti, il prodotto funziona su frumento, mais, soia, girasole e barbabietola da zucchero. Anche negli anni più siccitosi, migliora produttività e resilienza. All’estero, Nutrevo è già attiva in Ucraina ed Ecuador, e presto lo sarà anche in Brasile, Mozambico, Angola, Tanzania e Cina.
Ma Nutrevo non è solo innovazione. È anche un modello etico e decentralizzato che guarda allo sviluppo locale. Il funzionamento è semplice quanto rivoluzionario: la Nutrevo fornisce a terzi il know-how, oltre al materiale per l’assemblaggio del biofertilizzante, e in cambio riceve una quota del 10% della filiale (che potrà così avvalersi del loro brand) nel Paese aderente. I fondi derivati dagli utili di questa quota vengono poi interamente reinvestiti in formazione agricola e progetti ambientali nei Paesi in via di sviluppo, tramite la Onlus “Amici di Filippo”.
In Ecuador, ad esempio, Nutrevo ha finanziato un sistema di riforestazione sulle Ande, utilizzando semi biofertilizzati e distribuiti tramite droni. E così il tasso di attecchimento è passato dal 5% al 70%. Un risultato straordinario che è stato presentato in questi giorni a Roma ad un congresso mondiale Fao: la Conferenza globale delle biotecnologie agroalimentari e ambientali.
“Nel nostro territorio – spiega Gabriella Orlando, direttore di Confcommercio Grosseto – abbiamo attivato uno sportello iperspecializzato per facilitare l’accesso ai bandi destinati alle startup innovative, proprio come questa. Nutrevo è un progetto ‘da manuale’: sostenibile, etico, ad alto contenuto scientifico. Siamo tanto orgogliosi che questa realtà abbia in Maremma il suo cuore pulsante. Purtroppo, nonostante le sue grandi qualità, non ha ancora ottenuto i finanziamenti pubblici che avrebbe meritato. Ma questa è la prova che i progetti validi, quando sono guidati da convinzione e visione, come quella che dimostra Guerrieri, vanno avanti comunque”.
"Il cambiamento climatico – conclude Mario Guerrieri – non è più una possibilità: è una realtà con cui dobbiamo fare i conti, ogni giorno. Lo dimostrano manghi che crescono in Sicilia, o gli ulivi piantati in Piemonte. Nutrevo rappresenta una risposta concreta e positiva a questa sfida: un esempio di come scienza, impresa e visione etica possano convergere per generare soluzioni reali. Dobbiamo smettere di sorprenderci e iniziare ad agire. Il tempo delle domande è finito. Oggi è il tempo delle soluzioni”.
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