L'Anpi provinciale ha annunciato gli eventi in programma per la giornata della Liberazione, specificando però che alcune Amministrazioni comunali sono escluse dall’invito per i festeggiamenti del 25 aprile. E le "escluse" sono quelle di Grosseto e Orbetello, motivando la scelta con la decisione del Comune di Grosseto di intitolare una via alla memoria di Giorgio Almirante e quella di Orbetello che ha intenzione di dedicare l’ex idroscalo a Italo Balbo. Le reazioni non si sono fatte attendere.
Il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha risposto così: "25 aprile: l'Anpi non mi invita... sopravviverò? Quest’anno – scrive il sindaco su Facebook – il comitato provinciale Anpi Norma Parenti ha deciso di festeggiare la Liberazione… liberandosi di me. Io festeggerò lo stesso, anche senza di loro, perché ho giurato sulla Costituzione e le mie posizioni sono sempre state chiare. Da quando l’ho saputo, non sono riuscito a farmene una ragione, e sono stato colto da sommo basimento. Per me, che sono un liberale, anche se per me l’Anpi non rappresenta nulla e non capisco a cosa serva, vedere un atteggiamento così antidemocratico ed intollerante genera, certo, profonda costernazione. Ma io, che sono un uomo buono, provo compassione per questa povera gente, pensando a come triste e grigia debba essere la loro esistenza. Vorrei che si sapesse che, se hanno bisogno di una pacca sulla spalla o di una anima gentile che li ascolti, loro che giacciono nella più profonda solitudine ed incomprensione, io ci sarò sempre. Io sarò sempre dalla parte degli ultimi e degli emarginati sociali. Mi toccherà passare il 25 aprile festeggiando senza l’Anpi… sono certo che sopravviverò anche a questo. Buon 25 aprile!".
Luca Minucci, assessore del Comune di Orbetello: "L’Anpi cancella la democrazia in nome dell’antifascismo: un gesto grave e ridicolo al tempo stesso. L’esclusione delle amministrazioni comunali di Grosseto e Orbetello dalle cerimonie del 25 aprile è un atto vergognoso, che svela una volta per tutte la vera natura di un’associazione ormai politicizzata, faziosa e lontanissima dallo spirito unitario che dovrebbe animare questa ricorrenza. Il paradosso è evidente: chi si erge a paladino della democrazia, esclude — per ragioni ideologiche — istituzioni legittimamente e democraticamente elette dal popolo. È questo l’antifascismo che vogliono rappresentare? Intollerante, settario e rancoroso? Non abbiamo nulla da imparare da chi predica la libertà e pratica l’esclusione. Non saranno certo certe sigle in cerca di visibilità a riscrivere la storia o a decidere chi è degno di rappresentare le istituzioni. Chi ha paura del confronto, forse ha anche paura della verità".