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GAVORRANO

"Non vogliamo la discarica dei gessi rossi alla Cava della Vallina": nasce un comitato

Roberto Bata

12 Aprile 2025, 19:58

Cittadini e aziende di Gavorrano si mobilitano contro la possibilità che la Cava della Vallina venga utilizzata come discarica dei gessi rossi, scarto di lavorazione dello stabilimento di biossido di titanio di Venator con sede al Casone di Scarlino. E annunciano la nascita di un comitato

"Su richiesta di un gruppo di cittadini e di alcune aziende dei Comuni di Gavorrano e Scarlino – ricorda la portavoce del gruppo, Azzurra Fabbrizzi – abbiamo incontrato il sindaco di Gavorrano, Stefania Ulivieri, e l'assessore Massimo Borghi. Un incontro richiesto per venire a conoscenza della presentazione di eventuali progetti da parte di Venator, attuale proprietaria della ex cava della Vallina, finalizzati ad utilizzare quella cava come discarica dei gessi rossi, residuo di lavorazione dell'azienda, produttrice di biossido di titanio, e la posizione della Giunta comunale. Abbiamo espresso la nostra contrarietà alla creazione di una discarica dei gessi rossi per la tutela della Salute pubblica, la difesa del suolo, la valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico, importante fonte di sviluppo economico anche in seguito alle scelte positive compiute dal Comune di Gavorrano nel corso degli ultimi anni, come il GeoParco delle Colline metallifere. Inoltre, lo sviluppo di un sistema di turismo sostenibile e dell’agroalimentare, che ha portato negli ultimi decenni all’insediamento di aziende produttrici di vino e olio di alta qualità. La realizzazione di una discarica appena fuori dall’abitato di Filare e sotto la Porta del Parco ad un chilometro dal centro del Paese, solleverebbe anche il problema del sistema di viabilità, con il transito di camion di grosse dimensioni e il conseguente inquinamento".

"Il sindaco e l’assessore – fanno sapere i promotori del comitato – hanno dichiarato che ad oggi non è stato presentato al Comune alcun progetto da parte di Venator riguardante la Vallina e che al momento tutta la loro attenzione e impegno, sono rivolti alla complessa situazione dei lavoratori dell'azienda. Se la Vallina dovesse essere funzionale a Venator per la ripresa della produzione e dell’indotto, allora il Comune si aprirà all'ipotesi di una discarica, ma solo dopo un percorso partecipato con i cittadini. D'altro canto, il Comune ha espresso la sua contrarietà verso un qualsiasi altro progetto volto a trasformare la Vallina in discarica".

"A parere nostro è bene non contrapporre la gravissima situazione della perdita dei posti di lavoro, verso la quale ci sentiamo solidali, alle preoccupazioni che riguardano la difesa della salute e di uno sviluppo economico equilibrato per il territorio. I problemi coesistono e sono interconnessi tra loro. È noto a tutti, istituzioni e organizzazioni sindacali, che la soluzione della crisi Venator non consiste nella realizzazione di una nuova discarica e lo dimostra la mancata ripresa delle attività produttive, pur avendo ottenuto dal Comune di Scarlino la concessione dei terreni a piè di fabbrica".

A conclusione del confronto, la portavoce ha comunicato che sarà costituito un Comitato cittadino per un’azione di tutela della ex Cava. "Crediamo – concludono – che sia importante coltivare una coscienza collettiva, che promuova un futuro riuso della Vallina, che non contrasti con la salute, l’ambiente e il paesaggio, e che sia in sintonia con il Parco e le future iniziative che la Giunta è intenta ad attuare. Il Comitato intende essere in modo concreto a fianco dei tecnici e degli operai della Venator, pensando che, soltanto creando possibilità alternative in più campi si possa raggiungere uno sviluppo economico e occupazionale equilibrato. Il nostro è un territorio ricco di storia industriale, che oggi manifesta la necessità di essere ripensata. È attraverso questo spirito di cooperazione che vogliamo muoverci con il Comitato, mettendo al centro la valorizzazione del ricco patrimonio di questo territorio, che se rispettato, pensiamo possa offrire opportunità per uno sviluppo economico, sociale e culturale collettivo e generare nuovi spazi occupazionali". 

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