FOLLONICA E COLLINE
Millecento a Follonica, milleseicento negli altri Comuni delle Colline metallifere. Sono in totale 2.700 cittadini ai quali è stato garantito un medico per tre ore alla settimana. E non ce l'hanno. A porre la questione della gestione dei medici di famiglia – rilevando nuovi disagi nella zona nord della provincia di Grosseto – è il sindacato Spi Cgil.
«In questo momento – dichiara il segretario provinciale Spi-Cgil, Erio Giovannelli – tra Follonica e Colline Metallifere ci sono ancora 2.700 cittadini ai quali non è stato assegnato un medico di famiglia, perché non sono stati ancora coperti i posti disponibili per medici di medicina generale. Sulle colline si tratta di 1.600 residenti, mentre a Follonica, dopo il recentissimo arrivo di un nuovo medico, ne sono rimasti fuori circa 1.100. Siamo tutti perfettamente consapevoli del fatto che l'azienda sanitaria ha difficoltà serie a reperire i professionisti che servirebbero, tuttavia, quello che non ci convince affatto è il modo in cui si gestisce la fase transitoria in attesa che questi vengano individuati e prendano servizio. Per cui all’Asl Toscana sud est chiediamo un cambio di passo deciso».
«Fino alla fine dello scorso febbraio – dichiara Alda Cardelli, responsabile del dipartimento sanità nella segreteria provinciale dello Spi – i cittadini di Follonica privi di medico di famiglia erano 3.000, ma erano stati presi in carico grazie alla collaborazione degli otto medici di medicina generale dall’Aggregazione funzionale territoriale (Aft) follonichese. Dal 1° marzo si è insediato un medico che ha preso in carico circa 1.900 persone, mentre le altre 1.100 in attesa di un dottore che dovrebbe arrivare il 1° maggio sono rimasti senza medico per un mese. Dal 1° aprile saranno affidati temporaneamente ad un medico che avrà tre ore a settimana da dedicargli: praticamente in teoria rischiando di dover vedere più di 90 persone all’ora. Ovviamente non tutti i pazienti hanno bisogno di essere visitati o di avere prescrizioni, ma la soglia rimane comunque eccessivamente alta e quindi poco sostenibile. Con un disagio che viene scaricato tutto sulle spalle di chi si trova in una condizione di malattia, cronica o temporanea che sia. Per questo non comprendiamo la scelta effettuata dall'Azienda sanitaria, che avrebbe potuto tranquillamente lasciare in carico queste persone alla Aft, distribuendo il carico degli assistiti fra gli otto medici che si erano resi disponibili. In una situazione simile, nella cona delle Colline Metallifere (Massa Marittima, Monterotondo, Montieri, Gavorrano, Scarlino) per altri 1.600 cittadini senza medico di famiglia, è stata individuata la stessa soluzione, incaricando a tempo un dottore e assegnandogli tre ore settimanali di ambulatorio; che in un mese teoricamente potrebbero significare un accesso medio di 133 assistiti all'ora. Concludendo, chiediamo che si adotti un unico razionale criterio d’intervento nei casi in cui si debbano trovare situazioni tampone per periodi anche prolungati nei quali fette significative di popolazione si possano trovare sprovviste di un medico di medicina generale di riferimento».
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