Grosseto
Volontari del progetto 'Abitare la Notte'
Grosseto, con il calar delle tenebre, si trasforma in una città dove gli "invisibili" diventano ancora più difficili da vedere. Gli eventi notturni emergono alla ribalta delle cronache solo quando sfociano in episodi di cronaca nera: risse, atti di violenza, spaccio di stupefacenti e simili. L'attenzione mediatica aumenta proporzionalmente alla gravità degli eventi, raggiungendo il culmine in occasione dei tragici casi di decessi tra i senzatetto. È proprio in simili circostanze che ci ricordiamo di coloro che, senza un riparo, affrontano le notti per strada. La vita senza un tetto è talvolta una scelta, altre volte un'imposizione del destino. Anche molti concittadini italiani si sono ritrovati, per svariati motivi, a dover affrontare un drammatico passaggio da una vita "normale" a una di indigenza, con il rischio di scivolare sempre più a fondo nel vortice della povertà. Un abisso che ha nomi ben definiti: solitudine, disperazione, fragilità, alcool, droga.
Nonostante ciò, c'è chi conosce bene la Grosseto notturna: le forze dell'ordine, certo, ma anche numerosi volontari che scelgono di dedicare il proprio tempo per alleviare le difficoltà di coloro che vivono in strada. Negli ultimi tempi, grazie all'iniziativa della Caritas, le organizzazioni che in città offrono assistenza si sono unite per dar vita al progetto "Abitare la notte". L'obiettivo è di immergersi nelle pieghe più profonde della notte, accanto a chi arranca, chi non ha avuto la forza di reagire alle avversità della vita, chi ha scelto una vita disordinata o chi si è ritrovato solo. Quattro entità — Cisom, Associazione Isaia, Azione Cattolica e Ceis — hanno creato una sorta di rete solidale sotto l'egida della Caritas diocesana, compiendo ogni sera delle uscite con partenza alle 19:30 dalla sede della Caritas. Qui alcune volontarie preparano pietanze calde, come minestrone o passato di verdure, da distribuire ai bisognosi.
Questo progetto, sostenuto dai fondi dell'8xmille della Caritas italiana, sottolinea come ciascuna firma possa contribuire a restituire dignità a chi, contro il proprio volere, si trova ai margini della società. L'iniziativa si è recentemente ampliata includendo anche l'attenzione alle esigenze sanitarie dei senzatetto. Durante il 2024, entro Dicembre, i pasti distribuiti nelle uscite serali ammontano a 4538, coprendo 18 zone diverse. Originariamente noto come "Amici della notte", il progetto ha organizzato il suo primo corso di formazione a Roma in collaborazione con "Binario 95", una cooperativa sociale attiva nell'assistenza socio-sanitaria e nell'inclusione sociale delle persone senza dimora. Ad oggi, conta circa 75 dipendenti e altrettanti soci volontari.
Don Enzo Capitani, direttore della Caritas diocesana, racconta che, dopo il corso, con i volontari si è lavorato per strutturare l'attuale progetto "Abitare la notte".
"Questo progetto unisce realtà diverse - spiega - e la Caritas ha svolto un ruolo fondamentale anche dal punto di vista ecumenico, includendo l'associazione Isaia, espressione della Chiesa apostolica. Solitamente pensiamo di abitare solo il tempo diurno, separandolo dalla notte, come se quest'ultima non fosse vissuta, ma non è così. Anche in una realtà provinciale come Grosseto, la consapevolezza dell'abitare notturno sta emergendo. La notte va abitata affinché sia vivibile anche per chi non ha un tetto sotto cui trovare riparo".
I volontari attualmente effettuano cinque uscite settimanali con l'obiettivo di arrivare a sei, operando dalle 19:30 alle 21:30 e la mattina del martedì, mercoledì e giovedì dalle 6 alle 7. Si mira, inoltre, a coprire anche la fascia oraria della mezzanotte.
"Il progetto - conclude don Capitani - è pensato non solo per distribuire cibo caldo, ma per inviare un messaggio alla comunità: anche la notte può essere vissuta e deve poter offrire servizi. Evitiamo polemiche e cerchiamo di spegnere le tensioni. Alcuni angoli della città, di notte, possono mostrare prospettive inaspettate".
Con questa iniziativa, la Caritas e le associazioni affiliate intendono mettere in evidenza che la notte non è solo una questione di tempo ma anche di percezione. Don Capitani lancia un appello ai media, affinché si utilizzi un linguaggio che sdrammatizzi la notte perenne dei social, alimentati da tensioni e scontri. Solo dando voce a chi veglia anche nella notte, si può sperare in una nuova percezione carica di speranza contro una comunicazione che spesso semina odio.
"Non lasciamo - dice - che il buio ci schiacci!".
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy