IL CASO
A Grosseto la birra si beve, eccome. Nulla di strano, direbbe qualcuno, se non fosse che le bottiglie vuote — invece di finire nei cestini — invadono marciapiedi, aiuole e panchine. È la nuova, triste normalità di alcune zone della città, dove la movida notturna si sposta all’aperto, spesso lasciando dietro di sé vetri rotti e paura.
Non si tratta solo di incuria: alcuni residenti raccontano di aver assistito a episodi preoccupanti. Ragazzi che, dopo aver bevuto, agitano le bottiglie e le lanciano come fossero armi improvvisate. Il risultato? Vetri ovunque e una crescente sensazione di insicurezza tra chi abita nei dintorni.

Ma il mistero più curioso si trova in un luogo dove, teoricamente, nessuno dovrebbe neanche passare: la rotonda tra via Nazario Sauro e viale Uranio. Zona vietata ai pedoni, eppure al centro spuntano bottiglie disposte in ordine, come se qualcuno avesse organizzato un brindisi notturno proprio lì, tra il traffico. Un “bar fantasma” che lascia più domande che risposte.
Chi ci arriva fino al centro della rotonda? E perché scegliere un posto così assurdo per bere? Non ci sono telecamere puntate sulla zona e nessuno, finora, ha visto nulla. Resta solo una scena surreale: bottiglie vuote, alcune ancora in piedi, come se il brindisi fosse appena finito.

Le serate non si svolgono più solo nei locali del centro ma nei parchetti, nelle panchine e nei marciapiedi. Giovani con birre alla mano comprate in qualche supermercato e qualche cassa bluetooth: così la notte si accende, ma al mattino resta solo il vetro.
Una triste realtà che mescola inciviltà, mistero e movida fuori controllo, simbolo di un fenomeno sempre più diffuso nelle città: il consumo di alcol all’aperto senza rispetto per i luoghi e per la sicurezza.
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