POLITICA
Nella foto da destra: Daniela Castiglione, Luca Giacomelli, Andrea Quartini, Alfredo Velasco
«Siamo consapevoli delle eccellenze agroalimentari del nostro territorio – ha detto Luca Giacomelli – vediamo però arrivare senza freni prodotti di origine extraeuropea, non regolamentati e di minor qualità, che inondano gli scaffali mettendo fuori mercato alimenti invece a chilometro zero che offrono freschezza sulla nostra tavola e garanzie sulla filiera. Sarebbe utile studiare bandi regionali mirati per tutelare i nostri agricoltori che, avendo costi di esercizio maggiori, non hanno la possibilità di fare reddito. La zona meridionale dalla quale provengo è inoltre la dimostrazione di quanto si debba fare per il settore, anche dal punto di vista della messa in sicurezza delle strade e non solo».
«Intendo portare in Regione le tante necessità del nostro territorio – ha poi spiegato Daniela Castiglione – a partire dalle esigenze molteplici del capoluogo e della costa, senza tuttavia trascurare le peculiarità delle aree interne come le Colline e l'Amiata. Sono convinta che sia fondamentale impiegare energie e risorse per ammodernare e completare le infrastrutture viarie e ferroviarie in grado di favorire sia i collegamenti con Firenze che, al contempo, tra tutti i ventotto Comuni della nostra provincia. Occorrono energie e risorse per arginare il fenomeno dello spopolamento e creare nuove opportunità per le famiglie e per i giovani. Occorrono energie e risorse da investire nel sociale e nella sanità pubblica, vera garanzia alla cura non solo per gli anziani e per i più fragili, ma per tutte le cittadine ed i cittadini della Maremma e dell'Amiata. Nessuno deve restare solo, nessuno deve rimanere indietro».
«La Maremma è un territorio messo in ginocchio dalle alluvioni ricorrenti – ha infine chiosato Alfredo Velasco –: non è di certo una novità per il pubblico ma per noi è una priorità da risolvere, anche perché questi episodi incidono sulle aziende e sul tessuto produttivo che negli anni ha subito un notevole impoverimento. Serve ripartire da una messa in sicurezza degli argini e da strumenti che supportino le imprese e le fabbriche in modo creare opportunità di lavoro che siano stabili e anche di qualità».
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