LAVORO
Lo stabilimento chimico Venator e il sindaco di Gavorrano, Stefania Ulivieri
Da sempre uno dei temi caldi del caso Venator è lo smaltimento dei gessi rossi, scarto della produzione di biossido di titanio dello stabilimento chimico del Casone di Scarlino. Tema che negli ultimi tempi è uscito dai radar semplicemente perché la fabbrica sta affrontando la crisi più dura della sua storia, con i 200 dipendenti in cassa integrazione e gli impianti fermi. Solo la parziale ripartenza degli ultimi giorni – unita alle dichiarazioni del ministro Urso che ha rivelato l'esistenza di tre soggetti interessati all'acquisto del polo produttivo, uno dei quali è Nuova Solmine – sembra lasciare uno spiraglio alla continuità aziendale. Ed ecco che si torna a parlare anche della ex cava della Vallina, nel Comune di Gavorrano, più volte individuata come "discarica" per i gessi rossi.
A intervenire in proposito è il gruppo consiliare di minoranza "Noi per Gavorrano" che scrive una lettera aperta ai dirigenti di Venator Italy e anche a Luigi Mansi, presidente di Nuova Solmine, in merito al futuro dello stabilimento. Non mancando di invitare l'Amministrazione comunale e l'azienda ad avviare al più presto la trasformazione della Vallina da ex cava a discarica per i gessi rossi, passaggio indispensabile per riattivare definitivamente la produzione e garantirne la continuità, accusando la maggioranza guidata dal sindaco Stefania Ulivieri di "continuare a tacere su una vicenda così cruciale per il territorio".
Ma il sindaco non ci sta. "La situazione della Venator è costantemente monitorata e seguita dall’Amministrazione comunale.
Solo la scorsa settimana – ricorda il Stefania Ulivieri – ero a Roma, al ministero delle Imprese e del Made in Italy, per avere direttamente le ultime informazioni sulla vertenza dell’azienda, che in questo momento si trova nella fase di vendita con tre potenziali acquirenti interessati. In un contesto così delicato, parlare oggi della Vallina o arrivare addirittura a scrivere lettere all’azienda è un gesto completamente fuori luogo e fuori contesto. Significa non sapere in che momento ci troviamo, non conoscere ciò che sta realmente accadendo e nemmeno comprendere il funzionamento della macchina amministrativa. Ancora una volta, un attacco pretestuoso che non porta alcun beneficio alla comunità: su una vicenda come questa, dove sono in gioco famiglie, lavoratori e una parte importante del Pil provinciale, il consigliere Maule e i suoi avrebbero fatto meglio a tacere, mostrando almeno un po’ di senso di responsabilità. A Gavorrano non c’è nessun silenzio assordante. Chi amministra sa che servono tempo, programmazione e buonsenso".
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