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ECONOMIA

Gli agricoltori a Bruxelles: "Mettere a rischio le politiche europee avrebbe effetti devastanti"

Capecchi, Cia "Daremo voce anche a tutti i cittadini che chiedono cibo sano, sostenibilità e tutela del paesaggio" 

Roberto Bata

14 Dicembre 2025, 15:04

Gli agricoltori a Bruxelles: "Mettere a rischio le politiche europee avrebbe effetti devastanti"

La sede grossetana della Confederazione italiana agricoltori

Anche Cia Grosseto sarà a Bruxelles giovedì 18 dicembre con una propria rappresentanza, al fianco di Cia-Agricoltori Italiani, per partecipare alla grande mobilitazione europea promossa contro il rischio di un ridimensionamento strutturale della Politica agricola comune e "per riaffermare il ruolo centrale dell’agricoltura nelle politiche dell’Unione europea, non come settore residuale ma come pilastro economico, sociale e ambientale del continente. Una presenza, quella di Cia Grosseto – spiegano – che si inserisce pienamente nella linea tracciata a livello nazionale dal presidente Cristiano Fini e che viene condivisa e fatta propria anche sul territorio maremmano, dove l’agricoltura rappresenta non solo un comparto produttivo, ma un elemento identitario e strutturale dell’intero sistema economico e sociale". 


"Questo è un momento molto delicato – ha spiegato Claudio Capecchi, presidente di Cia Grosseto – dove non solo l’agricoltura maremmana viene messa a rischio, ma tutto il tessuto economico e socio-culturale vive una sfida preoccupante. Per questo ringraziamo il presidente Fini e il direttore Maurizio Scaccia che sono venuti a Grosseto per farsi portavoce anche delle istanze di questa terra. Anche l’agricoltura grossetana non chiede privilegi, ma pretende rispetto, perché garantisce cibo sicuro, tutela dell’ambiente, presidio del territorio e futuro alle comunità rurali".

"Secondo Cia-Agricoltori Italiani, la prospettiva delineata nel nuovo Quadro finanziario pluriennale post 2027, che prevede un possibile smantellamento della Pac attraverso l’accorpamento delle risorse in un fondo unico, rappresenta un passaggio estremamente pericoloso. Una scelta che, come sottolineato da Fini a livello nazionale, rischia di tradursi in un taglio stimato del 22% delle risorse, facendo crollare il peso dell’agricoltura nel bilancio Ue dal 31% al 15% e determinando, per il solo sistema italiano, una perdita netta di circa 9 miliardi di euro".

"Per un territorio come quello grossetano – ha spiegato ancora Capecchi – queste scelte avrebbero effetti devastanti: la nostra terra è forse una delle più agricole della Toscana, qui agricoltura, economia e società si intrecciano e crescono insieme. Colpire l’agricoltura significherebbe colpire l’intero territorio, indebolendo il tessuto produttivo, favorendo l’abbandono delle campagne e accentuando la crisi delle aree interne. Una situazione aggravata dalle caratteristiche strutturali della Maremma, dove fare agricoltura non è paragonabile ad altre realtà più pianeggianti e infrastrutturate. Gran parte del territorio è collinare e montano, con costi di produzione più elevati, difficoltà logistiche e margini sempre più compressi. A questo si aggiunge l’impatto crescente dei cambiamenti climatici, che ogni anno si manifestano con eventi estremi, siccità, precipitazioni improvvise e con l’assenza di una vera e organica politica delle acque, capace di garantire sicurezza idrica e continuità produttiva. Tra i temi più critici per gli agricoltori maremmani c'è anche quello della fauna selvatica, che non riguarda soltanto la presenza del lupo, responsabile di danni ingenti alle aziende ovicaprine, ma un insieme più ampio di specie che mettono a rischio produzioni, allevamenti e la sostenibilità economica delle imprese agricole. Anche sul fronte delle infrastrutture, la Maremma continua a scontare ritardi storici: una rete viaria insufficiente e spesso in cattive condizioni, collegamenti difficoltosi, carenze nelle infrastrutture digitali e nella copertura internet penalizzano le aziende agricole, soprattutto nelle aree più estese e marginali della provincia. Tutto questo contribuisce alla lenta ma costante moria delle comunità rurali interne, allo spopolamento, all’abbandono dei terreni coltivati e dei pascoli, con conseguenze gravi non solo per le campagne ma anche per le città, che finiscono per subire gli effetti sociali ed economici di questi squilibri.


"In questo contesto – conclude Capecchi – la mobilitazione di Bruxelles assume un significato che va oltre la difesa di una singola politica comunitaria. La Pac non può diventare una variabile sacrificabile, perché senza agricoltura non c’è sicurezza alimentare, non c’è tutela dell’ambiente, non c’è coesione sociale, non c’è futuro per i territori. Cia Grosseto sarà dunque presente il 18 dicembre con una propria rappresentanza per dare voce agli agricoltori maremmani, ma anche ai cittadini che chiedono cibo sano, sostenibilità, tutela del paesaggio e prospettive per le nuove generazioni". 
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