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ECONOMIA E DIRITTI

Brigate del lavoro in azione: "Lo sfruttamento in agricoltura è un sistema radicato"

L'iniziativa di Flai Cgil: "Vogliamo portare il sindacato dove ce n'è più bisogno"

Roberto Bata

01 Ottobre 2025, 15:40

Brigate del lavoro in azione: "Lo sfruttamento in agricoltura è un sistema radicato"

I primi giorni di attività delle “Brigate del Lavoro” di Flai Cgil che promuovono l'attività del sindacato di strada hanno confermato che lo sfruttamento lavorativo in agricoltura non è un fenomeno marginale, ma un sistema radicato che attraversa i territori e segna le vite di centinaia di lavoratori e lavoratrici migranti.

"Nel Grossetano – fanno sapere dal sindacato – i furgoni prelevano direttamente gruppi di lavoratori da zone oramai note come quelle tra Borgo Santa Rita e Arcidosso, dirigendosi perlopiù verso i vigneti senesi. Molti lavoratori hanno appena 19 o 20 anni, alcuni sembrano neanche non avere quell’età, sulle loro spalle grava il peso di un debito contratto per affrontare il viaggio dall’Asia verso un Paese europeo, spesso passando dalla Libia, e l’urgenza di mandare soldi a casa. Le paghe si aggirano intorno ai 7 euro l’ora, spesso senza contratto. A volte gli stipendi vengono accreditati non direttamente al lavoratore ma tramite le carte ricaricabili, magari intestate a un collega o a un intermediario. Un sistema che alimenta il meccanismo del caporalato invisibile: aziende senza terra che forniscono manodopera, connazionali che aprono ditte individuali, accumulano debiti e lasciano poi subentrare un parente, generando in un ciclo senza fine".

"Nelle nostre province il lavoro nero e il caporalato hanno assunto forme strutturali – dichiarano Andrea Biagianti (segretario Flai Cgil Siena) e Paolo Rossi (segretario Flai Cgil Grosseto) – e il fenomeno riguarda soprattutto le cosiddette aziende senza terra, che non hanno superficie coltivata ma sono fornitrici praticamente di sola manodopera da sfruttare. Ogni mattina vediamo file di migranti che partono dai Cas o dalle fermate dei bus diretti verso i campi, in un sistema che si ripete giorno dopo giorno. È indispensabile che le istituzioni, a partire dalle prefetture e dagli enti di vigilanza, diano piena attuazione alle Sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità, strumenti previsti dalla Legge 199/2016 ma ancora troppo spesso inattivi. Solo così si può contrastare più concretamente il lavoro nero e salvaguardare territori e produzioni.

Paolo Rossi e Andrea Biagianti

"In questi giorni le Brigate del lavoro hanno intercettato giovani arrivati in Italia da appena tre o quattro giorni, già inseriti nei circuiti dello sfruttamento. Una macchina ben oliata che si muove con velocità impressionante, pronta a sfruttare ogni nuova leva".

"Vedere ragazzi giovanissimi, con gli zaini in spalla, aspettare un bus all’alba – concludono i segretari di Flai Cgil Grosseto e Siena – racconta in modo plastico la distanza tra chi qualche ora si prepara ad andare a scuola e chi invece viene avviato nei campi, spesso senza diritti e senza tutele. Le Brigate del lavoro servono a questo: portare il sindacato dove c’è più bisogno, per fare arrivare i lavoratori non possono giungere da soli, per dare voce a chi rischia di restare invisibile".

"La Flai Cgil di Siena e Grosseto – confermano dal sindacato – continuerà nei prossimi giorni a presidiare fermate, strade e campi, per raccogliere segnalazioni e storie, per distribuire materiale informativo in più lingue e per costruire una rete di solidarietà capace di rompere l’isolamento".

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