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ECONOMIA

Vendemmia, è già tempo di bilanci: in Maremma uve di qualità ma rese più basse

Donato, Cia Grosseto: "L'annata è parzialmente positiva. Hanno influito i picchi di calore e gli acquazzoni"

Roberto Bata

30 Settembre 2025, 16:28

Vendemmia, è già tempo di bilanci: in Maremma uve di qualità ma rese più basse
La vendemmia 2025 in Maremma si avvia alla conclusione con un bilancio complessivamente positivo. A tracciarne un quadro è Edoardo Donato, vicepresidente di Cia Grosseto, che sottolinea come il lavoro dei viticoltori sia stato messo alla prova da condizioni climatiche non sempre favorevoli e da un contesto economico complesso. 
“Dal punto di vista agronomico – spiega Donato – possiamo considerare quella di quest’anno un’annata parzialmente positiva. Il clima caldo e soleggiato, unito a una buona ventilazione, ha garantito nella maggior parte dei casi uve sane, limitando il rischio di malattie fungine come la peronospora. Tuttavia, i picchi di calore e le precipitazioni concentrate in brevi episodi hanno reso difficile in alcune zone il raggiungimento di una perfetta maturazione. A incidere sono stati anche fenomeni estremi: la grandinata del 16 agosto ha provocato danni importanti, seppur circoscritti e non sono mancate difficoltà nel proteggere le vigne dall’impatto della fauna selvatica”. 
Nonostante questo, il risultato finale ha portato a uve di buona qualità, ma con rese più basse rispetto al 2024. Questa riduzione produttiva, osserva Donato, può rivelarsi però un fattore positivo: “In un momento in cui i produttori affrontano costi sempre più elevati, dall’energia alle materie prime, e contemporaneamente una contrazione dei consumi, soprattutto per i rossi, il calo delle rese potrebbe contribuire a riequilibrare il mercato, alleggerendo le giacenze e sostenendo i prezzi”. 
Il settore vitivinicolo, pilastro dell’agricoltura grossetana, continua a garantire un contributo significativo al valore delle produzioni Dop toscane. La provincia di Grosseto si conferma tra le prime in regione per l’impatto economico dei vini a denominazione d’origine, subito dopo Siena e Firenze. Ma le criticità non mancano. “Oggi i produttori devono fare i conti con una vera e propria tempesta perfetta – afferma Donato –: da una parte l’incertezza geopolitica e i possibili dazi nei mercati chiave, come quello statunitense, dall’altra un calo strutturale dei consumi interni, legato a nuovi stili di vita, all’aumento dei costi e alle normative più restrittive, come il nuovo Codice della Strada, che potrebbero penalizzare il consumo nei locali”.
In questo scenario, la strategia delle imprese vitivinicole maremmane punta sulla qualità, sulla diversificazione e sull’enoturismo. “Investire nell’accoglienza, nelle degustazioni e nelle esperienze legate al territorio – conclude Donato – è ormai una risorsa fondamentale. Non solo valorizza le nostre eccellenze, ma apre nuove prospettive economiche attirando visitatori da tutto il mondo".
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