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ECONOMIA

Gli agricoltori maremmani scendono in piazza: "Basta speculazioni che fanno crollare il prezzo dei cereali"

La delegazione della provincia di Grosseto sarà guidata a Firenze dal presidente provinciale, Simone Castelli.

Roberto Bata

25 Settembre 2025, 15:48

Gli agricoltori maremmani scendono in piazza: "Basta speculazioni che fanno crollare il prezzo dei cereali"

Una manifestazione di Coldiretti (foto d'archivio)

I cerealicoltori maremmani scendono in piazza a Firenze per protestare contro chi utilizza le importazioni di prodotto straniero per far crollare i prezzi di quello italiano, sceso ormai sotto il costo di produzione. L'appuntamento è per venerdì 26 settembre alle ore 10.30. 

"È una grande mobilitazione – fanno sapere dalla Coldiretti – che coinvolgerà, da nord a sud del Paese, anche la Toscana con centinaia di agricoltori della Coldiretti che arriveranno a Firenze per denunciare le manovre di veri e propri trafficanti che utilizzano le importazioni di prodotto straniero per far crollare i prezzi di quello italiano, scesi ormai drammaticamente sotto i costi di produzione. Speculazioni che rischiano di far drasticamente diminuire le capacità produttive del Paese in un settore strategico per l’approvvigionamento alimentare, con pesanti conseguenze dal punto di vista economico e ambientale. Basti pensare che, nella sola maremma, considerata il granaio della Toscana, in venti anni la produzione di frumento duro è crollata del 30% mentre le superfici coltivate di oltre il 40% parte delle quali oggi incolte".

 

"Gli agricoltori, provenienti da tutte le province della regione e dalla regione Lazio, invaderanno pacificamente con cartelli, bandiere e striscioni la città di Firenze con un presidio di fronte alla Prefettura. La delegazione della provincia di Grosseto sarà guidata dal presidente provinciale, Simone Castelli. A far insorgere gli agricoltori il prezzo del grano sceso a 28 centesimi il chilo che non copre nemmeno i costi di produzione, le importazioni dall’estero e le speculazioni lungo la filiera che rendono anti-economico coltivare lasciando così i terreni incolti". 

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