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L'omicidio di Chiara Poggi

Delitto di Garlasco, giovedì 18 dicembre data decisiva? Il nodo delle indagini tradizionali e la "vergogna" evocata dalla premier Meloni

Tutti attendono l'incidente probatorio

Giovanni Ramiri

15 Dicembre 2025, 06:00

Delitto di Garlasco, giovedì 18 dicembre data decisiva? Il nodo delle indagini tradizionali e la "vergogna" evocata dalla premier Meloni

Andrea Sempio e Alberto Stasi

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco torna a occupare il centro del dibattito giudiziario e politico italiano. Una vicenda che sembrava chiusa con la condanna definitiva di Alberto Stasi, ma che negli ultimi mesi ha riaperto interrogativi profondi, rimettendo in discussione certezze che apparivano consolidate.

Il passaggio chiave è fissato per il 18 dicembre, quando davanti al giudice si terrà l’udienza dell’incidente probatorio disposto nell’ambito della nuova indagine aperta dalla Procura di Pavia. In quell’occasione verranno discussi gli accertamenti tecnici considerati irripetibili, in particolare quelli legati alle analisi genetiche effettuate sui reperti del delitto.

Chiara Poggi

L’incidente probatorio: cosa c’è davvero in gioco

Al centro dell’udienza ci saranno le conclusioni dei periti nominati dal giudice, chiamati a chiarire la portata scientifica di un profilo genetico maschile individuato su due unghie di Chiara Poggi. Secondo le analisi più recenti, il profilo risulterebbe compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e oggi indagato per concorso in omicidio.

Si tratta di un elemento delicatissimo: la compatibilità riguarda un aplotipo del cromosoma Y, che per sua natura non consente un’identificazione individuale certa ma rimanda a una cerchia familiare. Proprio su questo punto si concentrerà il confronto in aula tra accusa e difesa. La Procura ritiene che la traccia possa rappresentare un indizio significativo, mentre la difesa sostiene che non sia possibile stabilire né quando né come quel materiale genetico sia stato depositato, né che possa essere collegato in modo diretto all’azione omicidiaria.

L’incidente probatorio non servirà a emettere una sentenza, ma a stabilire se questi elementi possano reggere in un eventuale processo. Dall’esito dell’udienza dipenderà molto del futuro dell’indagine: un rafforzamento dell’impianto accusatorio oppure, al contrario, un ridimensionamento decisivo.

Andrea Sempio con l'avvocato Angela Taccia

Un caso giudiziario che non smette di dividere

La riapertura del fascicolo ha riacceso anche il dibattito giuridico. Sullo sfondo resta la condanna definitiva di Alberto Stasi, che sta scontando la pena. L’ipotesi di un concorso con altri soggetti, senza una revisione formale del processo a suo carico, solleva questioni complesse: dalla coerenza delle ricostruzioni processuali al rispetto dei principi fondamentali del diritto penale.

È anche per questo che il caso Garlasco continua a essere percepito come uno dei più controversi della storia giudiziaria recente: non solo per ciò che accadde nell’estate del 2007, ma per ciò che, ancora oggi, non appare del tutto chiarito.

Le parole della premier Meloni ad Atreju

Il ritorno del delitto di Garlasco nel dibattito pubblico è stato amplificato dalle parole pronunciate oggi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal palco di Atreju. Intervenendo sul tema della giustizia, la premier ha citato esplicitamente il caso come esempio emblematico dei limiti del sistema giudiziario italiano. "Votate perché non ci debba essere una vergogna come quella che stiamo vedendo a Garlasco".

Un riferimento diretto, che ha avuto un forte impatto politico e mediatico, perché tocca un processo concluso e una persona detenuta da anni. Le sue parole hanno suscitato reazioni contrastanti: da un lato chi le legge come un richiamo alla prudenza e alla tutela dei diritti, dall’altro chi le considera un’ingerenza politica su una vicenda giudiziaria ancora estremamente delicata.

Giorgia Meloni ad Atreju

Il 18 dicembre come snodo decisivo

L’udienza del 18 dicembre non darà risposte definitive, ma rappresenta uno snodo cruciale. Per la prima volta, le nuove analisi verranno discusse in contraddittorio davanti a tutte le parti. Sarà il momento in cui la scienza forense dovrà misurarsi con il diritto e con il peso di una storia che ha già prodotto una condanna irreversibile.

Le indagini tradizionali

Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, ha fatto spesso riferimento alle cosiddette indagini tradizionali, quelle che la procura potrebbe sta portando avanti e che sono coperte dal segreto istruttorio. Cosa hanno in mano gli inquirenti? Sono elementi importanti a sostegno dell'accusa? Presto se ne potrebbe sapere di più.

Antonio De Rensis

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