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L'omicidio

Delitto di Garlasco, "Stasi era appassionato di pornografia adulta, ma Chiara Poggi non ne soffriva". Il giudice Vitelli e il movente che non si trova

Il magistrato che assolse Stati è tornato a parlare a Lo Stato delle Cose

Giovanni Ramiri

02 Dicembre 2025, 16:07

Delitto di Garlasco, "Stasi era appassionato di pornografia adulta, ma Chiara Poggi non ne soffriva". Il giudice Vitelli e il movente che non si trova

Stefano Vitelli e Alberto Stasi

“Alberto Stasi era un appassionato di pornografia adulta. Chiara sapeva della passione di Stasi, l'aveva confidato a una delle cugine, ma non è mai emersa una sofferenza di questo tipo, non è emersa nelle chat, non è emersa in altro modo”. Stefano Vitelli, il giudice che assolse Alberto Stasi, è tornato a parlare nel corso della puntata di lunedì 1 dicembre de Lo Stato delle Cose, la trasmissione su Rai 3 condotta da Massimo Giletti che è tornata a occuparsi del delitto di Garlasco.

Il video dell'intervento del magistrato


Giletti ha chiesto al giudice dei presunti dissidi tra i due ragazzi, alla ricerca di un movente che non c’è o almeno non è chiaro. “Ci sono dei video intimi che i due ragazzi si sono fatti su iniziativa di Alberto Stasi, ma anche lì non emerge una sofferenza, un fastidio da parte di Chiara – afferma Vitelli - Tanto è vero che Alberto Stasi aveva poi consegnato, aveva condiviso con Chiara questi video intimi e Chiara li aveva messi sul suo computer protetti da una password”.

Stefano Vitelli


“Vi svelo un retroscena su questa questione – ha aggiunto il magistrato - Gli ultimi giorni prima del deposito della perizia, parlando con i miei ingegneri, ci venne in mente, questo dimostra tutto l'impegno e lo scrupolo a 360 gradi che avevamo messo su questa questione del movente, ma non è che Stasi ha divulgato questi video agli amici per farsi bello e Chiara è venuta a saperlo e da lì sarebbe nato un grosso attrito, un grosso litigio? Abbiamo verificato anche questo e la risposta è stata negativa, cioè Alberto Stasi aveva condiviso questi video intimi solo con la diretta interessata in un rapporto di complicità e di esuberanza reciproca di due ragazzi poco più che ventenni. Quindi anche da questo punto di vista, pur essendo un aspetto delicato e potenzialmente causa di incomprensioni anche gravi, nulla risulta di vero attrito tra i due”.


“Mi metto anche nei panni dei genitori di Chiara e degli altri genitori – ha aggiunto Giletti – questo aspetto crea un imbarazzo e lo comprendo, però siccome si deve arrivare a cercare una verità, ormai sono passati molti anni da quello che è successo, c'era anche chi diceva che siccome lui aveva una serie notevole di film hard nel suo computer, lei avesse scoperto questa cosa e lei si potesse essere innervosita, e da lì fosse scoppiata una lite. Mi risulta che esista una dichiarazione verbale della cugina che smentisce questa cosa, perché probabilmente Chiara sapeva davvero che aveva questa passione, per il porno adulto”.

Massimo Giletti

Chiara sapeva della pornografia adulta – ha replicato Vitelli - Però c'è un aspetto più potenzialmente scabroso e che poteva costituire una forte ragione di disgusto, di forte contrarietà da parte di Chiara.
Chiara era una ragazza, e lo si capisce anche dalle testimonianze, molto sensibile, molto umana, molto intelligente. Cioè la possibilità che Chiara potesse aver visto immagini pedopornografiche.
Alberto Stasi era un appassionato di pornografia adulta, non di pedopornografia. Però, come è stato anche detto dai periti, quando tu sei un grande appassionato di pornografia adulta, può capitarti anche casualmente che ti finiscano delle immagini di pedopornografia, sporadiche, senza averle cercate, senza averle inserite. Il problema è che Chiara Poggi non era un giudice o un ingegnere, quindi se avesse visto un'immagine pedopornografica, d’impatto si sarebbe disgustata di questo. E quindi noi abbiamo verificato se Chiara Poggi soprattutto la sera prima potesse aver visto immagini pedopornografiche. Sicuramente non le ha viste e su questo c'è stato l'accordo proprio sia dei periti con tutti i consulenti tecnici di parte, perché queste immagini pedopornografiche, proprio perché Stasi non era un fruitore di questo, ma era di pornografia adulta, erano in memorie del computer non accessibili né da Stasi, né da Chiara. Quindi non abbiamo la prova di un movente legato alla visione né di immagini di pornografia adulta, né di immagini o video pedopornografici”.

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