L'omicidio di Chiara Poggi
Liborio Cataliotti, avvocato di Sempio, e Stefano Zurlo
“Non so dove andremo a parare, perché è un tentativo che allora non si faceva, oggi si fa”. E’ il parere di Stefano Zurlo, giornalista de Il Giornale, ospite della puntata di lunedì 1 dicembre di Quarta Repubblica su Rete 4. Zurlo ha commentato le indiscrezioni riguardo ai risultati sul dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, nel corso dell’approfondimento sul delitto di Garlasco.
“Io vedo che già oggi litigano tutti con tutti – aggiunge Zurlo – secondo me si va sparati verso una richiesta di rinvio a giudizio (per Andrea Sempio, ndr) e un probabile rinvio a giudizio. Poi in aula presumo si accapiglieranno periti, consulenti, esperti, ma temo che prima o poi ci sarà una bella nullità su tutto perché non si va da nessuna parte”.

Stefano Zurlo
“Aggiungo solo due cose. La prima è che dalle sentenze che ho letto io Chiara Poggi non si è difesa, quindi questo avvalorerebbe l’idea della contaminazione, del telecomando o quello che è. Naturalmente oggi la nuova inchiesta, che per me è una controinchiesta come si faceva negli anni Settanta, dice tutto il contrario di quello che è stato scritto prima, qualsiasi cosa viene ribaltata, ma la sentenza dice che non si è difesa. Il dna è arrivato sulle dita di due mani, ma se leggiamo le sentenze precedenti è più facile immaginare a un dna per contaminazione. L’elemento dna è il meno interessante per quanto riguarda la condanna di Stasi, basta vedersi la Cassazione: i punti che mette in fila sono il falso alibi, il sangue sui pedali, la camminata sul sangue, la bicicletta, la concatenazione logica. Il dna è sempre stato un punto molto debole”.
La puntata completa
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