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L'omicidio di Chiara Poggi

Delitto di Garlasco, come è morta Chiara Poggi? "Più armi e probabilmente più assassini. Una fesseria dire che conosceva chi l'ha uccisa"

Il professor Vittorio Fineschi ha ricostruito l'azione omicidiaria a Lo Stato delle Cose

Giovanni Ramiri

18 Novembre 2025, 13:28

Delitto di Garlasco, come è morta Chiara Poggi? "Più armi e probabilmente più assassini. Una fesseria dire che conosceva chi l'ha uccisa"

Vittorio Fineschi ricostruisce le ferite assieme a Massimo Giletti

Delitto di Garlasco, a Lo Stato delle Cose in onda lunedì 17 novembre è intervenuto il professor Vittorio Fineschi, dell’Università La Sapienza di Roma. Il medico legale di fama internazionale, esperto assoluto in materia, è tornato ad analizzare le ferite sul corpo di Chiara Poggi per poter risalire alle armi del delitto. “Può essere che ci siano più armi – rileva il conduttore Massimo Giletti - C'è un colpo che tutti sanno, potentissimo, fortissimo. Dove va a colpire?”.

Vittorio Fineschi


“Il colpo che è quello mortale – risponde il professore - colpisce la regione parieto-occipitale sinistra. Cioè la parte, diciamo, alta, che si dirige verso il basso, sull'angolo sinistro del cranio. È la lesione mortale, perché oltre ad essere un'ampia ferita, di oltre 4 cm, ha una caratteristica: i margini della ferita sono molto divaricati e si intravede che al di sotto, il cranio, è fratturato, e i frammenti cranici penetrano all'interno del cervello. Conseguentemente, questa è la lesione più importante, che ha portato alla morte della povera Chiara Poggi. Ce ne sono altre, però, prevalentemente concentrate a sinistra, che sono ulteriori lesività che hanno caratteristiche diverse tra di loro. Una in regione sempre parietale, ancora un’altra quasi al centro del vertice della testa, e poi, le più importanti, per la tipologia lesiva usata, sono quelle a livello del sopracciglio, quindi, a livello dell'occhio sinistro. Ne ha una triangolare molto ampia, proprio un triangolo, al di sopra del sopracciglio, e ne ha un'altra anche questa caratteristica, alla coda del sopracciglio, caratteristica, perché è una lesività che non sembra da battente. Cioè, non si imputa al martello, ad una mazza, ma vengono descritte dal medico legale, che fa l'autopsia, con delle codette, delle piccole linee di uscita generalmente attribuibili ad un'arma da taglio.

Le possibili armi del delitto

“Quindi, cioè, secondo lei, il colpo, guardando in faccia l'assassino, oppure alle spalle?”, chiede Giletti. “La cinematica degli eventi lesivi, come le due persone si affrontano, anterioremente o posterioremente, è sempre difficile da stabilire – risponde -  L’ipotesi che possiamo fare è che siano due persone che si affrontano frontalmente, che subisce un primo colpo, la ragazza poi abbassa instintivamente la testa e lì viene colpita ripetutamente nella zona parieto-occipitale sinistra, che sono le lesioni mortali”.

Le ferite sul volto di Chiara


“In questi anni – prosegue Giletti -  ho sentito dire una cosa, che per me non ha senso. Cioè che era una persona con cui lei aveva un rapporto, perché non sono state trovate ferite da difesa. Il problema è che, se uno ti dà un colpo del genere, amico, fidanzato, non fidanzato, tu non puoi reagire. Per me è una fesseria”. “Lo dico anche io, è una fesseria – prosegue Fineschi – Se mi avvicino e colpisco una persona perde i sensi non si può difendere. Se affronto uno sconosciuto e lo colpisco subito evidentemente non fa in tempo a difendersi e non può avere lesioni oggettive da difesa. La lesione più particolare è sopra il padiglione auricolare sinistro. Perché è una lesione ovalare, di diametro piccolo, che è penetrante, e che non può essere, sicuramente, un battente. Non può essere un martello. Non può essere, perché è proprio una lesione ovalare, che va in profondità. Quindi, se è tagliente, o penetrante, tagliente potrebbe essere un cacciavite. Più armi, più mezzi”.

La puntata completa


“Ma, più armi vuol dire che possono essere più persone?”, incalza Giletti. “Potrebbe essere, e non si può escludere – risponde il professore -  Non lo possiamo escludere, perché è anche difficile ipotizzare che uno usi un battente, un tagliente e un mezzo penetrante. Quante mani ha una persona?”. Ancora Giletti: “Ma, sulle sopracciglia, qui sotto, sulle palpebre, ci sono due tagli molto netti”. “Glielo confermo – dice Fineschi una a livello della palpebra superiore. Poi ne ha un'altra a livello del mascellare, sempre di destra, molto particolare, una lesione molto piccola. Sono lesioni che si distaccano lentamente per tipologia lesiva, per produzione lesiva, da quella al vertice del cranio e conseguentemente bisogna ipotizzare che sono stati utilizzati mezzi diversi, ma questa era una ipotesi già nella relazione della prima autopsia, che conclude dicendo che il mezzo ha caratteristiche battenti, taglienti e penetrative. Io mi sono fatto l’idea che non è un unico mezzo e con ogni probabilità non è un’unica persona".

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