Giovedì 18 Dicembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

L'omicidio

Delitto di Garlasco, Chiara Poggi uccisa in 16 minuti: "Ecco perché i tempi su Stasi assassino non tornano"

A Ore 14 Sera l'analisi del conduttore Milo Infante

Giovanni Ramiri

02 Novembre 2025, 09:08

Delitto di Garlasco, Chiara Poggi uccisa in 16 minuti: "Ecco perché i tempi su Stasi assassino non tornano"

La mappa dell'omicidio (Ore 14 Sera)

È uno dei rarissimi casi della storia giudiziaria in cui l'orario della morte viene circostanziato quando salta fuori l'alibi dell'indiziato. Questa è una cosa che nella storia giudiziaria italiana è un unicum, un unicum”. Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, usa queste parole per descrivere la sempre cruciale questione dell’orario della morte di Chiara Poggi e dei tempi in cui Stasi avrebbe ucciso l’ex fidanzata. Se ne è parlato ancora nella puntata di giovedì 30 ottobre di Ore 14 Sera, che è tornata a occuparsi del delitto di Garlasco. Una domanda importante si pone il conduttore Milo Infante: possono essere bastati 23 minuti ad Alberto Stasi? I 23 minuti trascorsi dalle 9.12, quando Chiara Poggi disattiva l’allarme, alle 9:35, quando Stasi si mette a lavorare al computer? Di cui appena 16 minuti per uccidere Chiara Poggi?

Milo Infante

“Purtroppo è molto difficile stabilire l'ora della morte di una persona se non ci sono certe caratteristiche – afferma la genetista Marina Baldi, consulente della difesa di Andrea Sempio – aspettiamo di vedere che cosa ci dirà la professoressa Cattaneo, che è una persona estremamente competente, precisa, abituata a fare questo tipo di accertamenti complessi”. “Per il momento possiamo andare un po' a logica – interviene il conduttore Milo Infante – sulla base di tutto quello che abbiamo visto, di tutto quello che è stato raccolto, anche banalmente, questo lo dicono le sentenze in maniera molto chiara, a un certo punto l'assassino, che viene poi identificato in Alberto Stasi, prende Chiara, la solleva e qui si apre un capitolo. Chiara è una ragazza che pesa tra i 55 e i 58 chili, a peso morto, quindi da terra la solleva, c'è un gocciolamento nei primi gradini e poi l'assassino la butta, no? La getta. Non ci sono dei traumi particolarmente evidenti, però la consulenza Testi fa riferimento al quarto gradino, a un impatto col quarto gradino. Se l'assassino fa una cosa del genere, è estate, indossa una polo, come possiamo immaginare che l'assassino che ha raccolto il corpo di Chiara, che l'ha prima uccisa, l'ha massacrata, raccoglie Chiara, la butta dalle scale e poi esce di casa completamente coperto di sangue o comunque con delle macchie di sangue?”.

Antonio De Rensis

“55 chili in 2-3 secondi sono stati spostati – rileva l’avvocato De Rensis – questo lo dice la consulenza. Sarebbero stati sufficienti 2-3 secondi per lo spostamento del corpo”. “È un assassino fortunato – incalza Infante – avete mai preso, agli investigatori dell'epoca, avete preso in considerazione la possibilità che l'assassino di Chiara sia arrivato magari con il cambio o che comunque si sia lavato all'interno, all'esterno?”. “È un delitto di impeto, lo dice la Cassazione – risponde De Rensis”. “Ma al di là della sentenza – riprende Infante – mettiamo che sia stato un delitto accuratamente premeditato e quindi faccio la domanda: l'assassino si è cambiato a casa di Chiara?”.

“In 23 minuti”, incalza De Rensis. “No, lasci stare il tempo – ancora Infante – io ho fatto una domanda: c'è un'evidenza di questo? La risposta è no. Vedo che anche la dottoressa Bruzzone dice: la risposta è no. Quindi l'assassino di Chiara esce di casa sporco di sangue”. “Sporco sporco – attacca la criminologa – ma non grondante di sangue, cioè non rappresentiamo i fatti in maniera fantasiosa. Certo, non grondava sangue da tutte le parti, non c'è sangue neanche nella parte esterna dell'abitazione. Evidentemente il sangue non grondava davvero. Cioè, sicuramente si sarà sporcato, ma non in maniera copiosa, perché la maggior parte del sangue è stato disperso con un'emorragia venosa”.

Barbara Baldi

Infante rileva che è impensabile pensare che l’assassino non si fosse sporcato. “Ho commesso un reato terribile – osserva – mi sono sporcato di sangue. Prendo la bicicletta e torno a casa, ma sono molto fortunato, perché non mi vede nessuno e questo è un dato di fatto. Nessuno vede Stasi in bicicletta. Quando arrivo a casa, sono coperto di sangue, sono sporco di sangue? Cosa faccio quando arrivo a casa? Quando arrivo a casa, ho le scarpe sporche di sangue, i pantaloni, la maglietta con una goccia di sangue, quello che vi pare, cosa faccio? Mi faccio una doccia, no? Arrivi a casa, ti cambi, prendi i vestiti, li metti in un sacco, forse li fai anche sparire, non te li tieni sotto il letto, ma diciamo, li metti sotto il letto, ma ti fai una doccia, ti lavi, perché? Perché esci il 13 agosto, sarai stato sudato, sporco di sangue, con i vestiti imbrattati. Ma non abbiamo tempo. Abbiamo 23 minuti, di cui 8 sono di strada: non bastano. Non può essere successo in 23 minuti. Non puoi arrivare a casa, non puoi fare tutto quello. La sentenza dice che Alberto Stasi uccide Chiara Poggi, sale sulla sua bicicletta, va a casa e si mette al computer. Dopo essersi lavato le mani, ma non c'era assolutamente niente nel lavandino”.

Alberto Stasi

E ancora: “Quale serial killer, quale mostro massacra la fidanzata e poi si mette a guardare foto particolari o a lavorare con i vestiti, con le scarpe, almeno le scarpe non ci sono dubbi che erano scarpe insanguinate, gli schizzi di sangue, cioè, ricordiamoci che sono due momenti, ci sono due momenti in cui Chiara viene colpita, tenta da colpi estremamente violenti. Gli schizzi sono su tutta la casa, sulle pareti, cioè è impossibile che non si sia accorto, non puoi sederti e iniziare a pulire”.

La puntata completa

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie