L'omicidio
L'ex maresciallo Marchetto e il sangue sul pavimento
“C’era tanto sangue. Tanto, tanto sangue”. Sono drammatiche le parole con le quali il maresciallo Francesco Marchetto, ex comandante della stazione dei carabinieri di Garlasco, racconta quello che si è trovato di fronte dopo l’omicidio di Chiara Poggi. Marchetto ha parlato in una toccante intervista nella puntata di lunedì 27 ottobre a Lo Stato delle Cose, la trasmissione condotta da Massimo Giletti su Rai 3.
Marchetto ha parlato alla giornalista Ilenia Petracalvina, che chiede: “13 agosto 2007, il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. Lei dove si trovava quando è stato avvisato che era successo qualcosa di terribile a Garlasco?”. “Ero a trovare la mia famiglia ai lidi ferraresi – racconta Marchetto – Sono stato raggiunto da una telefonata che mi informava del ritrovamento di una ragazza morta all’interno di una villetta in via Pascoli. Io sicuramente vengo chiamato dopo che Alberto Stasi si è presentato in caserma, dopo la chiamata al 118. Arrivo sulla scena non più tardi delle 5”.

Sangue sulla scena del crimine
“Mi sono messo i calzari, mi sono infilato i calzari perché erano finiti i guanti – prosegue – sono entrato in questa casa e c’era tutto il sangue lungo il percorso fino alla scala che porta giù in cantina. Il sangue sui gradini. E poi il corpo della povera Chiara: era una maschera di sangue. Questa povera ragazza buttata su questi gradini, con il volto girato da una parte e sugli altri gradini solo sangue. Solo pozzanghere di sangue”.

Francesco Marchetto intervistato da Ilenia Petracalvina
“La cosa che colpiva era la ferocia?”, chiede Petracalvina. “La ferocia, la cattiveria – risponde Marchetto – guardando quella macchia di sangue ai piedi delle scale si vede già che è stata inferta con una cattiveria inaudita sul corpo di questa povera ragazza. Andando avanti dove c’è il telefono si vedevano proprio quegli schizzi che sembravano una conseguenza dei colpi inferti ancora al corpo”.

Sangue sul telefono
“Perché tutta questa cattiveria? – si chiede Marchetto – Sembrava quasi uno sfogo. L’impressione è che si andava oltre l’azione messa in essere. Quello che mi ha colpito era, a sensazione, a pelle, che quel disastro fosse stato compiuto da più di una persona. Un omicidio anomalo, perché si è parlato anche della conseguenza di una possibile rapina”.

Altre immagini della scena del crimine
“C’era tanta gente, questo è il problema – conclude Marchetto – Molte, non le ho contate. Ma secondo me ce n’erano troppe in funzione all’orario che sono arrivato. Io sono arrivato alle 5, dalle due e mezza quante ne erano già entrate”.
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