FEMMINICIDIO
Luigi Morcaldi, 64 anni, è in stato d'arresto per l’omicidio della ex moglie Luciana Ronchi, accoltellata nella mattinata del 22 ottobre a Milano, in via Giuseppina Grassini. La donna era stata sottoposta a un intervento chirurgico d'urgenza, ma non è sopravvissuta. L'ex marito, dopo un tentativo di fuga, è stato individuato e catturato dalle Forze dell'ordine, tradito dal cellulare che ha riacceso per un attimo. Non ha opposto resistenza. La vicenda che ha portato a questa tragedia è la storia di una lunga ossessione, culminata in un gesto di violenza estremo, ma anche di un profilo umano complesso e segnato da fallimenti personali e relazionali.
Morcaldi ha vissuto accanto a Luciana Ronchi per più di 25 anni. Insieme hanno condiviso la gestione di un bar pizzeria nel quartiere Bovisa, e hanno avuto un unico figlio, oggi ventottenne. La separazione, avvenuta nel 2022 dopo una convivenza molto lunga, ha segnato profondamente l’uomo, che non ha mai accettato la fine della relazione né il fatto che l’ex moglie si fosse rifatta una vita con un nuovo compagno.

Dopo la rottura, Morcaldi ha vissuto per alcuni mesi in condizioni precarie, dividendo un appartamento con un amico nell’edificio di fronte a quello di Luciana. Negli ultimi tempi, il suo comportamento è diventato sempre più persecutorio: si appostava in auto o sullo scooter sotto casa della donna, la controllava dal parchetto vicino, e lanciava insulti dal marciapiede verso il condominio dove lei viveva.
Da circa un mese Morcaldi era costantemente presente nei pressi dell’abitazione dell’ex moglie, complice un rancore radicato e una gelosia cieca. I residenti del quartiere, amici e conoscenti della vittima hanno raccontato di averlo visto diverse volte appostato, intento a osservarla, fino a che la situazione non è degenerata in reiterate minacce e manifestazioni verbali aggressive. Nonostante almeno una lite domestica grave, avvenuta nel 2022 per motivi economici, non erano mai state presentate denunce per stalking o maltrattamenti, ma la tensione era palpabile da tempo.
La mattina dell’omicidio, Morcaldi ha agito con premeditazione: si è presentato con un casco integrale per non farsi riconoscere, ha atteso che Luciana uscisse dal palazzo, l’ha aggredita e colpita con diverse coltellate, urlando davanti ai testimoni “La casa è mia, la casa è mia”. Luciana, ferita gravemente, ha tentato di scappare ma è stata raggiunta tra le auto in sosta e colpita alla giugulare e in altre parti vitali, fino a perdere i sensi.
Dopo l’omicidio, Morcaldi si è dileguato a bordo di uno scooter, lasciando tracce di sé e delle proprie intenzioni. La polizia locale è riuscita a rintracciarlo nel pomeriggio nelle vicinanze del Parco Nord, anche grazie allo smartphone riacceso che ne ha segnalato la posizione. L’uomo si è arreso senza opporre resistenza, pronunciando agli agenti: “Datemi direttamente l’ergastolo”, una frase che racchiude il senso di rassegnazione che ha caratterizzato i suoi ultimi gesti.
Dopo l’arresto e l’interrogatorio da parte della procura, Morcaldi è ora in stato di fermo con l’accusa di omicidio aggravato e rischia l’ergastolo. All’interno della sua auto sono stati trovati indumenti sporchi di sangue, mentre il coltello utilizzato è stato recuperato in un cestino della zona.
Nei registri delle forze dell’ordine non risultano precedenti penali o denunce rilevanti a carico di Morcaldi, se non quella lite familiare del 2022. La sua figura rimane quella di un uomo schiacciato dall’incapacità di elaborare la perdita e dall’ossessione per una relazione conclusa, con evidenti fragilità psicologiche e limiti nel controllo della propria rabbia e del senso di possesso. Il quartiere, gli amici e la famiglia sono ora travolti dal dolore per una tragedia che, come spesso accade, mostrava segnali inequivocabili ma non è stata fermata in tempo.
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