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L'omicidio

Delitto di Garlasco, tutte le verità di Andrea Sempio in un'intervista fiume: "Chiara Poggi non mi avrebbe mai aperto in pigiama"

Scontrino, alibi, movente, corruzione, Lovati: Sempio a Chi l'ha Visto? affronta tutti gli argomenti

Giovanni Ramiri

23 Ottobre 2025, 09:18

Delitto di Garlasco, tutte le verità di Andrea Sempio in un'intervista fiume: "Chiara Poggi non mi avrebbe mai aperto in pigiama"

Andrea Sempio e (nel riquadro) Chiara Poggi

L’attesa lunga intervista esclusiva ad Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, è andata in onda nella puntata di mercoledì 22 ottobre di Chi l’ha Visto?. La trasmissione condotta da Federica Sciarelli è tornata a occuparsi del delitto di Garlasco e Sempio ha risposto alle domande di Vittorio Romano. A iniziare dal famigerato scontrino. “Sarebbe stato forse meglio non presentarlo proprio?” “In realtà non credo – risponde Sempio - perché io non capisco neanche come mai abbia destato così tanti sospetti, perché non è che io sono l'unico che ha portato qualcosa. C'è chi ha portato scontrini di acquisti, c'è chi ha portato il passaporto, c'è chi ha portato biglietti del treno, c'è chi ha portato le timbrature del lavoro, c'è chi ha portato scontrini dell'autostrada. Se fosse stato l'unico caso isolato, posso anche capire, ma diverse persone, una volta sentite, hanno portato qualcosa che avallava il loro racconto”. “Quello scontrino l'ha preso lei?”. “Sì, certo”. “Nessuno può mettere in dubbio questa cosa, non ci possono essere altri testimoni”. “No, ma sarebbe stata una cosa migliore se la cosa avesse destato sospetti all'epoca tali per cui le autorità si mettessero a ricercare magari nelle telecamere della piazza di Vigevano se effettivamente c'era una ripresa di me quella mattina. Forse sarebbe stato meglio per me, cioè se avesse destato più interesse in quel momento”.

Andrea Sempio

I tabulati telefonici dicono che non c'è un aggancio con la cella di Vigevano. “I telefoni di una volta, i telefoni di quei tempi – risponde Sempio - io lavoro anche con i telefoni da 10 anni, quindi un pochino ho un'idea, si agganciavano a una cella solo quando c'era un qualche tipo di interazione, cioè quando chiamavi o ricevevi chiamate, quando mandavi messaggi o li ricevevi. Quindi, semplicemente, se in quel momento io non ho effettuato chiamate, non ho ricevuto chiamate o messaggi, in quel momento non attiva la cella di quel determinato paese. Oggi è strana come idea, perché si è abituati a ragionare con gli smartphone e con gli smartphone è una questione totalmente diversa. In quel momento lì ho un buco, che è l'esatto buco in cui io vado a Vigevano, però se uno va a vedere, io prima di andare a Vigevano, sentivo un mio amico e penso probabilmente per invitarlo a venire a Vigevano. L'amico mi pare non mi avesse risposto, faccio il mio giro, torno indietro, ricevo chiamate quando sono a casa da mia nonna e ritorna tutta la, diciamo, tutto lo svolgimento, tutta la storia fila e trova conferma negli agganci di quelle celle. Io ero a Vigevano quella mattina, non in via Pascoli”.

Capitolo Lovati. “Io credo che purtroppo all'avvocato Lovati – afferma Sempio - che è una persona per cui io comunque ho ancora grande rispetto, stima e tanto affetto, perché comunque eh mi accompagna in questa in questa disavventura da quasi 10 anni, sia scivolata un po' la mano con l'aspetto mediatico, si è fatto un po' prendere da essere un personaggio, si è lasciato adulare un po' troppo e si è fatto trascinare forse in qualcosa un po' più grande di lui”. “La sua famiglia ha consegnato comunque agli avvocati, tra i quali anche Lovati, circa 30-35.000 €, diciamo così, in contanti. Ora, al di là dell'aspetto in contanti o col bonifico, al di là di questo, non avete mai pensato che fossero troppi soldi per una difesa?”. “No, perché noi ci siamo trovati in mezzo a quel vortice – la risposta - non sapevamo nulla di questioni legali, non avevamo la minima idea di quali potessero essere i costi e, francamente, quando sei dentro l'unica cosa che ti interessa è uscirne. Quindi, qualunque richiesta ti fanno a livello di soldi, non stai a pensare, ci siamo sempre prestati a tutte le richieste”.

Federica Sciarelli

“Recentemente la Finanza ha bussato alle porte di casa sua all'alba e ha fatto sostanzialmente la ricerca delle prove di una corruzione. Avete corrotto il magistrato Venditti per arrivare all'archiviazione?”. “Non ci può essere nessun collegamento con l'idea di corruzione – risponde Sempio - faranno le loro verifiche, giustamente, ma non ci può essere nulla che colleghi noi a Venditti, a qualche caso strano di corruzione o che. Comunque parliamo di cifre basse, molto dilazionate nel tempo, perché poi non è durato tutto 3 mesi, c'è stata anche la parte in cui noi dopo abbiamo mosso una querela, quindi si tratta di piccole cifre nell'arco di diversi mesi. A meno che i miei avvocati molto generosamente, senza dirmi nulla, magari non hanno messo da parte i soldi per poi arrivare a metterli in mano a qualcuno, ma non credo, non tornano le cifre, non tornano i tempi”. “Ma il sospetto, il dubbio che tutti questi soldi per un procedimento che comunque è durato 3 mesi, è avviato verso l'archiviazione, il dubbio che questi soldi siano finiti a qualcun altro, non diciamo al pm, Venditti, però a qualcun altro per avere le carte, per ottenere informazioni, c’è? Lei comunque gli ha chiesto a Lovati?” “Nell’ultimo incontro con Lovati abbiamo chiarito diverse cose – assicura Sempio - abbiamo parlato anche di questo aspetto e io gli ho proprio chiesto esplicitamente se fosse successo qualcosa, se potesse saltar fuori qualcosa che non so, che non mi aspetto riguardo all'ipotesi di corruzione, che sia verso Venditti, che sia verso qualunque altra persona, e lui mi ha garantito "No, che sotto non c'era nulla"”. “Questa accusa basata su questo pizzino, questa nota Venditti 20-30 punto, che effetto le fa?”. “Innanzitutto lo chiamano pizzino – afferma Sempio - però non è il termine corretto, perché il pizzino, cioè, serve a dargli quella connotazione da messaggio mafioso. Quello era un appunto che mio padre ha scritto... Quando mio padre vuole segnare in migliaia, scrive "migliaia", quando scrive 20-30, intende 20-30 euro. Secondo me, quello era un appunto che lui si era scritto... Basta, tutto lì”. E l’ipotetica data di febbraio non vicina all’archiviazione? “Credo sia semplicemente sbagliata, perché se fosse febbraio 2016, io non ero neanche dentro nella vicenda, quindi non può c'entrare assolutamente nulla”.

Vittorio Romano

 

“Prima dell'interrogatorio, l'avvocato, gli avvocati, che l'hanno preparata, gli hanno detto "Guardi, le faranno queste domande"?”. “Con gli avvocati – spiega Sempio - prima dell'interrogatorio ti prepari su quello che potrebbero chiederti. Una cosa che m'ha lasciato un po' lì è che uno degli elementi che è stato riportato sui giornali è stato "Sempio sapeva le domande prima dell'interrogatorio, perché Sempio è stato indagato a febbraio". Ma le stesse persone che riportano questa notizia erano fuori da casa mia il 23 dicembre a chiedermi del DNA, delle chiamate, eccetera eccetera, sono le stesse persone che poi si stupiscono e dicono "Eh, ma lui come faceva a saperlo prima?".

“Se fosse il suo il DNA sulle unghie di Chiara Poggi, come mai c'è il suo DNA e non quello dell'assassino?”. “Qualora ci fosse un qualche collegamento con me relativo al DNA – dice Sempio - l'unica idea che io ho è che semplicemente io frequentavo la casa, quindi probabilmente ho toccato il computer”. “Sul computer di Chiara Poggi, voi avete visto anche dei video di Chiara?”. “No – assicura Sempio - ho sentito quella storia lì, ma è una cosa che non c'entra niente, a me è sembrato un tentativo di voler infilare qualcosa di ancora più morboso nella storia... mi è sembrata una grossa mancanza di rispetto verso tutta la vicenda, verso la famiglia, verso Chiara, è una cosa che m'ha fatto abbastanza schifo”. “Ha visto video intimi di Chiara Poggi?”. “No, no, no”.

Barbara Baldi

“Nell'ipotesi accusatoria, lei era andato quella mattina alle 9:30 di lunedì 13 agosto per avere un approccio con Chiara Poggi...”. “No. Se mai ci sarà una vera e propria accusa con un movente, dobbiamo ancora vederlo... Qualora fosse quello di essermi invaghito di Chiara Poggi, posso dire che Chiara l'ho vista in realtà poche volte... io avevo 18, 19 anni, lei aveva già 26 anni... Dicono che lei ha aperto la porta con un pigiamino leggero d'estate, ecco con me non aveva quel tipo di rapporto. Io non l’ho mai vista in pigiama. Non è una ricostruzione che mi sembra logica, non avevamo quel tipo di rapporto, di confidenza.

“Il grande mistero che, anche se c'è una sentenza definitiva, resta sempre il movente, cioè non si trova un movente per l'omicidio di Chiara Poggi. Quello che sta emergendo adesso, ma è solo un'ipotesi, è che Chiara avesse scoperto qualcosa...”. “Mi sembrano tutte grosse suggestioni – risponde Sempio -... Non ci sono mai stato, non ho mai frequentato il giro del santuario, della chiesa, dell'oratorio... non può venir fuori nessun collegamento tra me e le Bozzole...”.

“Ha mai avuto rapporti con le gemelle Cappa?”. “Non che io ricordi – risponde Sempio - non ci siamo mai incontrati né nulla, io le ho conosciute attraverso la televisione”. “Come fa a rimanere così calmo con tutto quello che succede attorno a lei, da mesi ormai?...”. “Un po' come quei soldati che durante le guerre di trincea – conclude Sempio - devi star lì e devi aspettarti che possa capitare di tutto e basta. Sei rassegnato ad aspettare che passi, tutto lì”.

La puntata completa

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