L'omicidio di Chiara Poggi
“Il generale Garofano avrebbe voluto che la famosa impronta 33 fosse inclusa nell’incidente probatorio, cosa che noi non abbiamo accettato”. Così spiega Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, la rinuncia alla consulenza da parte del generale, che non fa più parte del collegio difensivo. Lovati è intervenuto nell’ultima puntata di Lo Stato delle Cose, il programma di Rai 3 condotto da Massimo Giletti.
Nella puntata, il delitto di Garlasco e le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi sono stati affrontati con un ampio approfondimento. È stata mostrata in esclusiva una cascina, di proprietà di uno zio di Andrea Sempio. Durante la puntata è stata discussa la posizione di Andrea Sempio, unico indagato per l’omicidio, e il suo alibi basato su uno scontrino del parcheggio, che resta controverso.
Si è tornati a scavare tra gli amici di Andrea Sempio, in particolare Roberto Freddi, che, intervistato, ha spiegato che lo scontrino del parcheggio, presentato come alibi da Sempio, in realtà non è un alibi completo ma un indizio, sottolineando come le prime indagini del 2008 non fossero affidabili.
È stata approfondita anche una pista alternativa legata al Santuario della Bozzola, teatro di presunti abusi e vicende di pedofilia, una pista assai controversa che continua a dividere. “Io a questa pista continuo a non credere”, ha detto in particolare la giornalista Ilenia Petracalvina.
Ma le parole di Lovati, ancora una volta, sono quelle che hanno più destato l’attenzione. “A Corona dice che ha preso 10, 20 mila euro in nero”, lo ha incalzato Giletti in merito al discusso video del legale durante Falsissimo, il programma di Corona. “Non è vero, siete capziosi – ha attaccato Lovati – li ho presi in contanti, ma la fattura non ve la faccio vedere perché non vi deve interessare”.
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